Page 118 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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tuali nel settore Est, unitamente al 15° Stormo B.T., all'8° Gruppo C.T. e al 16°
Gruppo d'assalto.
L'ordine di trasferimento del 50° Stormo nel settore Est venne impartito su
pressione del Comando Superiore FF.AA. della Libia, sollecitato urgentemente a
sua volta dal Comando 10 8 Armata vivamente preoccupato dalle continue incursio-
ni oltre confine di autoblindo inglesi, che avevano attaccato numerosi presidi, co-
lonne in marcia, depositi e magazzini arretrati, provocando grande allarmismo,
scompiglio ed una accentuata psicosi in tutti i comandi non preparati ad attacchi
nelle retrovie; si trattava in realtà di un efficace bluff psicologico messo in atto da
parte degli inglesi per far credere di possedere forze in misura notevolmente supe-
riore alla realtà! Fra il10 e il 20 giugno le autoblindo nemiche con rinforzo di carri
armati per missioni ravvicinate ed appoggiate in taluni casi da caccia «Gloster» e
ricognitori «Westland», compirono decine e decine di incursioni in profondità,
sfondando in più parti il «reticolato Graziani» (una barriera di filo spinato lunga
250 km, alta 4 metri e larga 4, corrente lungo il confine egiziano) e attaccarono tut-
te le località situate ben addentro le retrovie italiane.
Impossibilitati a bloccare e controllare tutte le infiltrazioni nemiche per inade-
guatezza o assenza di mezzi idonei e similari, i Comandi dell'Esercito, forse eccessi-
vamente preoccupati non ebbero altra alternativa che rivolgersi all'Aviazione nella
speranza che questa fosse in grado, per capacità operativa e sollecito intervento, di
respingere e distruggere le inafferabili autoblindo nemiche segnalate a «centinaia»,
in decine e decine di località diverse, dalla linea del confine e persino ad oltre 100
km nell'interno del territorio della Marmarica. In base alle prerogative spettanti nei
territori d'oltremare ai Comahdanti superiori delle FF.AA., il maresciallo Balbo sol-
lecitato dal gen. Berti e sottoposto a numerose pressioni dallo S.M.R.E. di Roma
non ebbe altra alternativa che chiedere al gen. Porro di fare tutto il possibile per
soddisfare le esigenze dei comandi terrestri mediante accordi diretti fra il Comando
10 8 Armata e quello del settore Aeronautico Est, che, essendo retto da un Generale
di D.A., non poteva che opporre solo in linea di principio talune rimostranze, finen-
do per ottemperare gerarchicamente a quasi tutte le richieste pervenute.
Ebbe inizio il tal modo, sin dai primi giorni di guerra, il più dispendioso impie-
go dell'aviazione che dovette tralasciare obiettivi e compiti ben più importanti, tan-
to che il primo bombardamento aereo effettuato sul territorio egiziano ebbe luogo
solo il20 giugno, con un attacco sull'aeroporto di Marsa Matruk da parte di "SM.
81" del14° Stormo B.T., mentre al contrario l'aviazione inglese compiva nello stes-
so periodo 6 missiémHn ·territorio libico sui campi di El Adem e Tobruk/T. 2 di-
struggendo al suolo 7 fra "SM. 81" e "CR. 32" e provocando danni alle attrezzatu-
re campali.
Nonostante i numerosi tentativi fatti dallhronautica per un più razionale im-
piego dei rep~rti aerei, le richieste di intervento da parte della 10 8 Armata conti-
nuarono con sempre maggiore insistenza e sollecitazioni anche da Roma. Venne
quindi deciso, con il consenso del maresciallo Balbo, di attuare un piano d'attacco
tendente ad infliggere un duro colpo ai mezzi blindati nemici, preparando una sorta
di trappola sul campo di Sidi Azeiz con un supposto concentramento di automezzi
logistici, usato come esca, e con l'interv~nto di truppe libiche autoportate della 2 a
Div. Libica, assegnate alla protezione e attacco. .
L'idea era di far confluire nella zona il maggior numero possibile di autoblindo
· per poi attaccarle all'improvviso con aerei d'assalto, con la collaborazione di colon-
ne motorizzate necessarie per bloccare eventuali fughe o rinforzi nella zona inte-
ressata.
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