Page 120 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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maresciallo Graziani, offrì l'invio di 2 "Panzer Divisionen" conscia dell'importanza
            che rivestiva sul terreno desertico dell~frica settentrionale l~rma corazzata.  Ma
            la proposta tedesca trattata in una riunione dello Stamage il 25.09.1940 non venne
            accettata.
                D 2 luglio Badoglio rinnovava al maresciallo Graziani l'invito a prendere l'ini-
            ziativa con una offensiva ad est, precisando che poteva contare esclusivamente sui
            materiali esistenti in Libia.
                Di fronte a tale situazione Graziani obiettava che con le truppe disponibili e
            i mezzi esistenti poteva fare solo una offensiva limitata. e graduale e tale tesi venne
            accettata, sia pure con molta riluttanza dallo S.M.G., che s'impegnava fra l'altro ad
            inviare sollecitamente i  richiesti rinforzi.
                 Nel giro didue mesi lo  S.M.R.A.  aveva provveduto a trasferire  in Libia  140
            "CR. 42" e 55 velivoli di tipo diverso ("SM. 79",  "RO. 37",  "CRDA Cant. 506")
            per compensare, sia pure parzialmente, le gravi disfunzioni subite dalla R.A. e dare
            maggiore consistenza allo  schieramento.
                Tale preoccupante situazione d'efficienza aveva i suoi fondamenti sugli errati
            criteri con cui era stata utilizzata l'aviazione ma risentiva gravemente anche della
            fallace  impostazione e dislocazione dei campi d'aviazione.
                Alla erratà impostazione tecnico operativa dell'aviazione italiana, si contrappo-
            neva quella della RAF basata sulla presenza nelle retrovie di ben attrezzati aeroporti
            muniti di _eiste asfaltate, sii:i nella zona del Delta e del Cairo (distanza media da Ain
            el GazalafBengasi km 900/1.100) quindi al sicuro da probabili offese italiane portate
            ai limiti di sicurezza della autonomia, distanze che garantivano alla RAF la possibi-
            lità di operare con  tranquillità e di curare  al  massimo l'efficienza dei velivoli.
                Forte di tali condizioni, l'aviazione inglese faceva decollare in suoi «Bienheim»
            e i caccia «Gladiator» (autonomia di km 1.800 e km 715 dagli aeroporti di Khataba,
            Heluan,  Geravla,  Amya,  Qasaba,  Fayum,  Kairouan,  Asyut,  Heliopolis,  Amiriya,
            Hurgada, tanto per citarne alcuni fra i più efficienti per infrastrutture e apparec-
            chiature tecniche, che con breve volo di circa un'ora (Km 400/450) si portavano sulle
            Landing Ground (piste campali segrete) del deserto occidentale a distanze variabili
            dagli aeroporti italiani della Marmarica fra  i  350/400 Km.
                Le L.G. (terreni di atterraggio paragonabili ai campi di manovra e trampolino
            della R.A.) non erano altro che delle spianate desertiche numerate e con dislocazio-
            rte segreta, su cui sostava un nucleo motorizzato della RAF composto da specialisti:
            meccanici, armieri , marconisti ed altro personale di servizio. Ogni L.G.  aveva  un
            deposito campale di carburante e di munizioni,  curava il  rapido rifornimento dei
            velivoli e le comunic~zioni relative 8ll'assistenza radio, all'arrivo e al decollo e assol-
            vendo alle funzioni di ·campo trampolino per il tempo t~cnico strettamente necessa-
            rio,  forniva agli equipaggi le ultime informazioni ricevute,  notizie meteo ed altro.
            Tale organizzazione capillare che fornl generalmente ottimi risultati, salvaguardava
            al massimo l'ef(icienza dei reparti, le condizioni tecniche del materiale e l'incolumi-
            tà del personale, consentendo una vita di guerra più  accettabile e confortevole di
            quella che dovevano subire gli aviatori italiani, consentendo turni di riposo, svaghi,
            una alimentazione più sana, un morale più ~to, una maggiore efficienza fisica. Ciò
            spiega, chiaramente, la sorpresa dei comandi italiani di trovare regolarmente deser-
            ti, salvo rare eccezioni, tutti i campi d'aviazione conosciutì ed individuati, mentre
            nel periodo  11  giugno/31luglio gli aeroporti di El Adem e Tobruk/T.  2  subirono
            8 incursioni che distrussero una decina di aerei,  ne danneggiarono una quarantina
            assieme ad aviorimesse e materiali vari con  16 morti e 95 feriti fra il personale dei
            campi.  Due' metodi messi  a confronto per trarne debite considerazioni.


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