Page 123 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Nelle prime ore del gionro 9 la RAF mise in azione tutti i reparti disponibili
           del bombardamento che martellarono le  posizioni italiane lanciando bengala.
                All'alba 4 Squadroni di caccia e caccia bombardieri su «Hurricane», «Gladia-
           tor», «Lysander» e «Gauntlet» decollavano dalla L.G. della fascia di Matruk su cui
           erano giunti la sera prima dalle basi del canale, e mitragliarono le postazioni italiane
           lanciando  bombe da 4 kg  a frammentazione  ripetendo in più ondate per l'intera
           giornata lè  missioni sotto l'imperversare di una tempesta di sabbia.
                Alle ore 03.00 del9 dicembre il maresciallo Graziani, dopo aver analizzato la
           situazione,  intuiva da una serie di sintomi l'imminenza dell'attacco nemico,  ordi-
           nando con procedu~ urgente al Comando 5 • Squadra Aerea l'impiego a massa del-
           l'aviazione  nelle prime ore del giorno.                                   ·
                L'intervento dell'aviazione italiana si manifestò verso le ore 09.00 col decollo
           da Amseat di 3 "BA. 65" e 4  "CR.  32" del  16°  Gruppo (50°  Stormo d'assalto)
           diretti suBir Enba, unico punto di riferimento sicuro segnalato dal Comando 10•
           Armata  nella caotica situazione esistente,  considerando fra  l'altro che la violenta
           tempesta di sabbia si stava scatenando fra Sidi el Barrani e Derna lasciando quasi
           indenni gli aeroporti nemici ad est della zona interessata su cui gravava una· pesante
           coltre sabbiosa alta diverse centinaia di metri che impediva la visibilità e la possibi-
           lità di controllare la  situazione a terra con i ricognitori dell'O.A.
                Nelle giornate del 9,  10 e  11  dicembre vi furono missioni di bombardamento
           a Bir Enba, Sidi el Barrani, d'assalto ad ovest di Alam Nibeau e crociere di caccia
           a protezione delle Div.  «Catanzaro» e «Cirene» nei presidi Sidi el Barrani, Bir En-
           ba.  L'Osservazione Aerea accertò concentramenti di veicoli a Bir Sofafi,  Halfaya
           nella giornata del  12  con due grandi colonne di automezzi nemici in marcia verso
           ovest.
                Nel pomeriggio nuovi attacchi di assaltatori a S.W.  di Sidi el Barrani, Alam
           Nibeua, Abd el Sulam, Alam el Rimth e primo intervento di bombardieri in quota
           su diverse zone del fronte sicuramente presidiate da forze nemiche. Fu un interven-
           to generoso ma assurdo e irrazionale nello stesso tempo, poiché le impossibili condi-
           zioni di visibilità esistenti sui campi della Marmarica, le piogge ottenziali che alla-
           garono gli aeroporti, l'imperversare di tempeste di sabbia e la ridotta disponibilità
           del materiale  di volo e  del personale,  sconsigliavano  rigidamente ogni possibilità
          ·d'intervento; si verificarono collisioni sui campi fra velivoli in rullaggio e investi-
           menti di ostacoli esistenti sul terreno, ci furono atterraggi fuori campo per difficoltà
           d'orientamento con feriti e  contusi, danneggiamenti di velivoli,  ci furono  ancora
           danni irreparabili a motori, ai congegni meccanici ed alle armi per infiltrazioni· di
           sabbia. Tutti questi inconvenienti non fermarono lo slancio degli aviatori anche se
           ancora una volta il Comando 10 8  Armata e quello Superiore dell~.S.I., non esitaro-
           no a richiedere a gran voce il concorso totale dell'aviazione contestando ogni prece-
           dente accordo di coordinamento aereo, snaturando ogni razionale criterio d'impie-
           go,  sovvertendo  con  autorità .ogni  logica  utilizzazione  dell~rma Aerea  pur nella
           convinzione di mettere a repentaglio la vita degli uomini e di logorare irreparabil-
           mente il materiale di volo:  ogni appello al buon senso fu vano, ogni richiamo alla
           conservazione del materiale di volo per un impiego più avveduto nel prosieguo della
           battaglia rimase inascoltato di fronte alla constatazione che il nemico prevaleva ·con
           la  sua forza  meccanica e  marciava inarrestabile,  mettendo in gravissimo pericolo
           l'intero schieramento italiano.
                Ciò che non fu possibile assolvere e risolvere con l'impiego dell'Esercito venne
           richiesto all~ronautica, unica po-ssibilità rimasta a1 Comando Superiore del1~.S.I.
           per arginare l'avanZata inglese e salvare la 10•  Armata gravemente minacciata.

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