Page 122 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 122
Il personale trovava modestissimo svago riunendosi in qualche tenda in compa-
gnia, per ingannare con una qualsiasi attività ricreativa le penose e faticose ore di ·
lavoro e di lotta: era tutto quanto si poteva offrire alla distensione degli uomini! Ec-
cellente il morale e l'entusiasmo di tutti ed ammirevole lo spirito di sacrificio degli
aviatori rilevato con sensibile attenzione dal Capo di S.M.R.A.
Il 18 settembre un telegramma del maresciallo Graziani al Comando della 5 a
Squadra Aerea, cosl si esprimeva: 1282/0P. 2 «L'aviazione ieri ha fatto miracoli - F.to
Graziani».
· La conquista di Sidi el Barrani e le prospettive di una ulteriore avanzata in
Egitto, se da una parte creavano favorevoli condizioni tattiche per futuri sviluppi
di azione, dall'altra complicavano l'organizzazione logistica italiana già non molto
efficiente, che doveva spostare di oltre 200 km in avanti l'autonomia degli autotra-
sporti dai depositi della Marmarica e della Cirenaica, con distanze intercorrenti fra
i 700/1.000 km percorribili mediamente in 3/4 giorni.
Il successivo sviluppo delle operazioni militari in Egitto e l'occupazione di
Marsa Matruk quale punto strategico per attacchi al cuore del dispositivo nemico,
e la sua valorizzazione nel pensiero di Mussolini, doveva costruire il primo passo
per una decisiva battaglia tesa alla conquista del Canale di Suez. Mussolini si disse
convinto che la superiorità italiana in artiglieria, carri armati e aeroplani costituiva
una serie premessa di successo per le spedizioni militari successive che egli voleva
avessero inizio il 10-15 ottobre, prima cioè del previsto e ormai deciso attacco alla
Grecia.
Ma ancora una volta Graziani ritenne opportuno prendere tempo e completare
la sua organizzazione bellica e logistica.
Le perplessità avanzate a più riprese dal maresciallo Graziani e le pessimistiche
visioni del Comando 5 • Squadra Aerea manifestate nel mese di luglio, stavano tro-
vando sul territorio egiziano una concreta, negativa rispondenza. I: Aeronautica
aveva sul suo schieramento avanzato una disponibilità immediata di 327 aerei effi-
cienti in carico, ma nel giorno dell'attacco inglese (Operazione Compass) - 9 di-
cembre 1940- erano utllizzabili solo 135 velivoli presenti fra i campi della Marma-
rica e della Cirenaica, in quanto gran parte del materiale di volo era in fase di riordi-
no generale presso le SRAM de El Adem, Bengasi/Berka e Benina, Trii>oli/Mellaha
e Castel Benito in previsione di poter disporre, per la data prevista dalla nuova of-
fensiva italiana (15 aicembre), dalla massima potenzialità offensiva, fra i mesi di ot-
tobre e novembre, l'Aviazione della Libia si era nuovamente impegnata per fronteg-
giare alcune pressanti richieste del Comando Superiore dell~.S:I. tendenti a colpire
e neutralizzare la capacità operativa di movimento delle forze corazzate inglesi, un
pericolo valutato obiettivamente nella sua reale portata, con interventi a diretto so-
stegno delle truppe che operando con colonne motorizzate avevano il compito di
attirare i reparti nemici in zone prestabilite per poi farli attaccare dall'aviazione.
Combattimenti organizzati in cooperazione fra Esercito e Aviazione avvennero
a più riprese. Protagonisti di queste missioni offensive fu essenzialmente il 50°
Stormo d'assalto, coadiuvato dai "CR. 42" del 4° Stormo in funzione di scorta,
cui si alternarono in taluni periodi anche i caccia del 2° Stormo.
Gli obiettivi colpiti nell'offensiva di settembre furono in maggioranza veicoli
corazzati·e blindati della 7 8 Div. corazzata inglese. I "BA. 65" e i "CR. 32" spezzo-
narono e mitragliarono veicoli in ritirata centrando con bombe da 15 e 50 kg carri
armati pesanti e concentramenti di automezzi in sosta. I piloti del 50° storno d'as-
salto eobero modo in quel periodo di applicare in elevata misura le dottrine e i me-
todi tattici del gen. Mecozzi e di apprezzarne visivamente gli effetti e i risultati
molto positivi.
120