Page 127 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 127
zione di positività anche nei confronti della RAF; rintuzzando efficacemente l'offe-
sa aerea sui porti e aeroporti albanesi esplicata prevalentemente nelle ore notturne,
battendo in accaniti scontri diurni le formazioni da caccia della RAF anche quando
comparvero i primi «Hurricane» e il combattimento assunse aspetti d'alta classe
compensando con una migliore preparazione professionale acrobatica la superiorità
tecnica del caccia inglese. ·
Mai come sul fronte greco ebbe a manifestarsi rispetto agli altri fronti di guer-
ra, la presenza massiccia e multiforme della R.A., impegnata su disposizioni dello
S.M.G. in misura mai raggiunta prima e riteniamo successivamente nelle operazioni
di guerra 42/43, con la presenza della 4 8 Squadra Aerea e deltAeronautica Albania
in numero non inferiore ai 700 velivoli di ogni tipo.
Se non fu possibile ottenere determinanti risultati con una cosl massiccia pre-
senza, lo si deve alle obiettive difficoltà climatiche, atmosferiche e ambientali trova-
te su quel fronte di battaglia, che condizionarono non poco l'efficacia dei bombar-
damenti consentendo indirettamente all'Esercito greco di resistere al di là di ogni
prevedibile possibilità anche se alla fine uscl logorato e disfatto dal terribile con-
fronto.
Un risultato il cui merito va ascritto in buona parte all'azione ininterrotta e
martellante dellhronautica ed alle doti di sacrificio e di sopportazione del soldato
italiano.
Africa,_ settentrionale
In questo tipico scacchiere di guerra, che rappresentava e doveva rappresentare
il classico, ideale campo di battaglia della guerra moderna, l'aviazione ebbe assieme
al carro armato un ruolo determinante, insostituibile, decisivo.
All'inizio della guerra e dopo l'eliminazione del potenziale pericolo francese
in Tunisia, la superiorità aerea della R.A. non venne contestata e messa in pericolo
dalla pur forte aviazione britannica del Medio Oriente.
Alcune limitazioni tecniche del materiale di volo italiano: "SM. 81" nel bom-
bardamento, "CR. 32" nella caccia, "Ca. 310" e "BA. 65" nell'assalto, erano com-
pensate da una massiccia linea di "SM. 79" e "CR. 42" in misura tale da uguagliare
le qualità dei bombardieri «Blenheim» e dei caccia «Gladiator», suggerendo con un
armonico, ideale impiego delle truppe terrestri e dell'aviazione, ogni possibile solu-
zione offensiva sul territorio egiziano.
L'offensiva del settembre che portò alla conquista di Sidi el Barrani, fu resa
possibile dalla presenza costante e vigile dell'aviazione, anche se mancò da parte in-
glese il contrasto energico e la volontà di resistere secondo i canoni di una dottrina
moderna applicabile negli spazi desertici, dove la conquista o l'abbandono dicenti-
naia di km di territorio non implica, nell'economia reale della guerra meccanizzata,
alcuna rinuncia di prestigio o una menomazione fisica del possesso territoriale.
A ciò aggiungasi il discutibile principio sancito dallo S.M.G., che l'impiego
dell'aviazione era di stretta pertinenza del Comandante Superiore di Scacchiere, il
quale disponeva a suo giudizio di tale prerogativa impartendo al Comandante dell'a-
viazione di settore le necessarie disposizioni d'intervento, segnalando obiettivi da
battere e finalità da realizzare. Furono questi aspetti di servizio che logorarono ben
presto l'efficienza e la potenzialità della 5 a Squadra Aerea, utilizzata assurdamente
per la caccia a fantomatiche o reali autoblindo scorrazzanti nelle retrovie della Mar- .
125