Page 130 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Circa l'aspetto difensivo dei bombardieri, fu constatata uan certa insufficienza
              protettiva per la scarsa efficacia balistica delle armi SAFAT calibro 7, 7 mm, la cui
              gittata utile non superava i 300/350 m,  producevano in azione una dispersione ec-
              cessiva in rapporto alla rosa di tiro ottimale dovuta a fenomeni fisici:  velocità non
              eccessiva, calibro modesto, insufficiente carica propulsiva, accentuata parabola di-
              vergente, impreciso congegno di tiro; migliori invece i risultati ottenuti con le  SA-
              FAT calibro 12,7 mm, presenti però stranamente solo in unico esemplare nell'arma-
              mento standard dei bombardieri italiani.


              Caccia
                  Anche la Specialità Caccia non aveva fornito al severç vaglio della guerra i ri-
              sultati sperati, non tanto per i metodi adottati di combattimento, 'in fase di radicale
              trasformazione,  quanto per l'insufficienza del materiale di volo.  \
                  Le prime avvisaglie di tale inferiorità tecnica si erano avute già n:ei brevi scon-
              tri avvenuti nel giugno con la Caccia francese e particolarmente col pericoloso "De-
              woitine D. 520", peraltro inferiore ai caccia inglesi «Hurricane» e «Spitfire»; la con-
              ferma si era avuta successivamente nei combattimenti su Malta allorché agli iniziali
              Gloster «Gladiator» erano succeduti i più temibili  Hawher «Hurricane» integrati
              dai pericolosi «Spitfire»,  e poi ancora nei cieli. egiziani e su quelli dell'Inghilterra
              meridionale dove i  "CR. 42",  i "G. 50" ed i  "MC. 200" avevano  dovuto subire
              la supremazia tecnologica e di armamento dei caccia inglesi.
                  L'aspetto  più  inquietante  e  contrastante  del  confronto  professionale  itala-
              inglese venne però dalla constatazione dei diversi e per molti aspetti inconciliabili
              metodi tattici usati in combattimento, poiché i piloti inglesi, pur dando in talune
              occasioni l'impressione di non rifuggire lo scontro diretto, preferivano non correre
              rischi di sorta e all'alea di un combattimento manovrato e acrobatico preferivano
             l'attacco collettivo in sezione,  preferibilmente attaccando da quota superiore,  con
             elevata velocità in affondata e con veloce cabrata,  velocissimo passaggio con le 8
              mitragliatrici in funzione e poi verso zone libere per ritentare se necessari_p un nuo-
             vo passagio, spesso determinante e decisivo, favoriti nelle manovre tattiche dall'uso
             intelligente e coordinato della guida caccia che seguiva col radar l'evolversi della si-
              tuazione tattica,  coordinati tatticamente,  sempre via  radio,  dal Squadron Leader.
             Un minimo rischio col massimo risultato.
                  Condizioni ottimali che chiunque, anche e soprattutto i piloti italiani, avreb-
             bero desiderato possedere e realizzare nell'esplicazione di concetti tattici moderni
              nell'economia di guerra aerea.
                  La novità di rilievo emersa nel1940 nella specialità caccia fu la messa in produ-
              zione dei caccia a motore lineare "MC. 202" e "RE. 2001" i cui collaudi avevano
             superato positivamente presso il Centro Sperimentale di Guidonia le prove di omo-
             logazione previste facilitando  l'assegnazione di commesse  produttive.


             Ricognizione marittima

                  Questo importante servizio affidato ai reparti di Marinavia, dimostrò ben pre-
             sto i limiti e le possibilità d'impiego del materialein servizio, i gravi pericoli che
              correvano gli equipaggi, isolati a grande distanza dalle basi di partenza, la possibili-
              tà latente e costante di perdere con gli uomini e le macchine anche le preziose infor-

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