Page 129 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Certamente la fortuna giocò un ruolo notevole a favore degli inglesi nel corso
delle due operazioni navali, ma indubbiamente ed obiettivamente sussistevano altri
fondati motivi per riconoscere che il bombardamento in -quota con i metodi in auge
nella R.A., il tipo di aerei impiegati, le formule del tiro, il peso, la traiettoria e l'effi-
cacia delle bombe lanciate non aveva prodotto quei risultati che era lecito ed auspi-
cabile attendersi dalla presenza di un così grande numero di bombardieri impiegati,
che coinvolgeva anche il modesto addestramento contro bersagli navali in movimen-
to, venuto meno alla Specialità, e che era indubbiamente anche all'origine del man-
cato successo.
Una serie di disfunzioni tecniche e addestrative comprovate, peraltro, dagli in-
soddisfacenti risultati ottenuti nei bombardamenti effettuati in Francia e in Egitto,
in Grecia e su Malta, le cui cause remote dovevano risalire alla errate impostazioni
tecniche indicate nell'anteguerra. Il materiale di volo aveva retto abbastanza bene
alle dure prove cui era stato sottoposto e, pur con le limitazioni costruttive e di im-
piego conosciute, poteva considerarsi ancora-idoneo ad assolvere compiti tattici cir-
coscritti per obiettivi di media difficoltà.
Il "SM. 79" manifestò talune accettabili manchevolezze nel sopportare agevol-
mente il previsto carico bellico; onesto ma nei limiti della mediocrità il comporta-
mento del "BR. 20". -
I.:adeguata risposta agli interrogativi per migliorare il bombardamento in quota
doveva fornirla il nuovo bombardiere trimotore "SIAI- SM. 84" che possedeva una
superiore velocità di crociera rispetto all' "SM. 79" più adeguata strumentazione,
migliore sistemazione interna, più efficiente armamento, più elevata potenza motri-
ce. Entrato in produzione sul finire del 1940 non fornì quei risultati su cui molti
facevano affidamento per il suo impiego e rappresentò un altro insuccesso tecnico
e produttivo.
Nel 1940 cominciavano a volare anche i primi esemplari del quadrimotore
"Piaggio P. 108/B" che possedeva una velocità all'incirca uguale all' "SM. 79" ma
poteva trasportare un carico di bombe almeno quadruplo ad una distanza superiore
di 1600 km rispetto alla massima autonomia del trimotore "SIAI". Il velivolo, pur
presentando buone caratteristiche tecniche e di volo, non aveva però ancora supera-
to la fase di messa a punto che si presentava laboriosa e multiforme al punto _tale
da indurre la DGCA ad una cauta politica produttiva ordinando una preserie di so-
lo 12 esemplari.
Il traguardo di puntamento tipo Jozza «U.2/U.3» inutilmente complicato e im-
preciso, doveva considerarsi ormai superato mentre migliori risultati vennero qalla
centralina di tiro elettrica tipo G.C., anche se non considerati ottimali. Erano in
corso contatti con la Luftwaffe per la cessione di un certo numero di traguardi di
puntamento tipo "Lofte" da adattare modificati ai bombardieri italiani, mentre la
DSSE aveva iniziato degli studi per realizzare un traguardo di tiro giroscopico con
impostazione automatica dei dati. Venne anche sperimentato sui bimotori "BR.
20" un traguardo realizzato dalla Ditta Borletti.
Altro aspetto negativo fu rappresentato dal modesto peso e inadeguata capacità
di penetrazione e deflagrazione delle bombe usate, soggette peraltro a «sfarfalla-
menti» di traiettoria. I.:impiego di bombe da 100 kg, auspicato autorevolmente con-
tro bersagli navali costituiti da navi corazzate e incrociatori, non ebbe all'atto prati-
co alcun positivo effetto pur rappresentando tale ordigno la maggiore consistenza
numerica nei depositi della R.A.
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