Page 134 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Bombawiamento in picchiata

                   Compito della nuova specialità, quando venne costituita, era il bombardamen-
              to con picchiate non inferiori a 45° e,  quindi, dirette con precisione sul bersaglio
              onde aumentare la probabilità di colpirlo con esattezza e con maggiore efficacia di-
              struttiva. Era un po'  il criterio tecnico usato dalla Luftwafle con lo  «Stuka»,  che
              nel frattempo aveva fatto una breve apparizione nei cieli spagnoli ma di cui ~on si
              conosceva esattamente la straordinaria efficacia tecnica e operativa.
                   Quale velivolo da assegnare a tale specifico impiego, venne prescelto un model-
              lo progettato dalla SIAI, il bimotore ".SM.  85" propulso con due  motori Piaggio
              «P Vlb da 460 hp,  dotato di aerofreni/ipersostentatori con  angolazioni da 4 5°  e
              90° che permettevano picchiate con grande  angolazione.
                   In realtà l'" SM.  85" non possedeva affatto i requisiti richiesti per svolgere
              tale importante incarico, poiché aveva disfunzioni tecniche che pregiudicavano talu-
              ne caratteristiche di volo e d'impiego.
                   Coslla R.A. dotò di velivoli "Ju 87", il 96° Gruppo Bombardamento a tuffo
              che iniziò sin dal2 settembre le operazioni belliche nel Canale di Sicilia, attaccando
              navi ìn navigazione e alla fonda a Malta, i forti dell'isola, i campi d'aviazione,  le
              postazioni fortificate,  il  Grand  Harbour,  l'arsenale di La  Valletta,  centrando con
              precisione ed efficacia le opere militari e provocando grandi danni e devastazioni.
              Appoggiati qualche mese più tardi dal 97° Gruppo, che nel frattempo era stato co-
              stitQito con l'arrivo di nuovo  materiale dalla  Germania,  gli  "Stukas"  della  R.A.
              operarono efficaciemente in Sicilia per tutto l'autunno, sino al momento in cui ven-
              nero trasferiti in parte sul fronte greco, per arrecare un tangibile aiuto tattico alle
              unità dell'Esercito che si trovavano in gravi difficoltà per l'offensiva greca alle fron-
              tiere albanesi.
                   Anche su questo nuovo fronte di battaglia, l'impiego dei picchiatori, pur nelle
              sue difficoltà orografiche per impervie zone montagnose ed impossibili obiettivi da
              colpire, ottenne buoni risultati con la distruzione di ponti in gole inacessibili, strade
              di arroccamento, postazioni fortificate, depositi campali e, inoltre, valse ad allegge-
              rire  le  difficoltà  in cui  si  trovava  l~mata italiana in  Albania,  costretta  alla  di-
              fensiva.               ·
                   Le perdite fra il personale furono  sensibili:  andarono perduti 8 "Ju. 87" ma
              i primi risultati potevano considerarsi oltremodo soddisfacenti anche se fu necessa-
              rio pagare l'inesperienza per tale specifico e particolare impiego bellico che in segui-
              to.doveva dare g~di soddisfazioni all'Aeronautica italiana.   .




















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