Page 119 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 119

In previsione di attuare questo piano e concordare i particolari, il maresciallo
           Balbo partiva alle ore  16.50 del 28 giugno col suo trimotore "SM. 79" da Derna,
           accompagnato dal velivolo  personale del gen.  Porro,  diretto a Tobruk.
                I 2  "SM.  79"  si  misero in volo  a quota metri 800 sulla rotta:  El Fteiah-Ras
           el  Tin-Bomba-Mrassas.:robruk/T.  2.  Alle  ore  17.20  una formazione  di  15  «Blen-
           heim» del55° Sqdn. proveniente dal mare con direzione W.N.W.  attaccava il T.  2
           fatto segno a violento tiro c.a. delle batterie della Marina e dal San Giorgio e bom-
           bardava l'aeroporto distruggendo un "CR. 42", danneggiando 2 "CR. 32" e 5 "RO.
           3 7" con la morte di 6 avieri, dirottando poi ad ovest inseguita dalla contraerea men-
           tre contemporaneamente arrivavano nella zona i due "SM. 79" provenienti da Der-
           na e cioè dalla stessa direzione all'incirca dei velivoli nemici.  Intuita la situazione,
           i due trimotori si distanziavano fra di loro mentre il velivolo con a bordo Balbo che
           pilotava personalmente  l'aereo  abbassava  il  carrello  portandosi all'atterraggio nel-
           l'intento di farsi  identificare e  far  cessare il  tiro di sbarramento.
                L'espediente attuato in emergenza, però,  non riusciva a causa dell'eccitazione
           del momento e l'aereo giunto ormai fra la rada di Tobruk e il perimetro N.W.  del
           T. 2 a circa 200/250 metri di quota, veniva fatto segno a tiro mirato da una batteria
           posta nella zona di Marsa el Heriga ed abbattuto in fiamme ai bordi dell'aeroporto.
                L'altro trimotore virava verso il mare, invertendo la rotta, fatto segno a tiro con-
           traereo e atterrando più tardi  ad  Ain el Gazala.
                Con l'aereo di Balbo morivano  tutti i componenti l'equipaggio.
                Unanime fu  il cordoglio per la morte del maresciallo Balbo decorato alla me-
           moria di M.O.V.M. e persino il nemico, nella persona del maresciallo dell'Aria Lon-
           gomore, volle inviare un messaggio di condoglianze, lanciato con un nastro tricolore
           il l  0 ,  luglio sul campo di Bardia, da un aereo della RAF.  In sostituzione del mare-
           sciallo Balbo il comando delle FF.AA. dell~.S.I. venne affidato al maresciallo d'Ita-
           lia Rodolfo Graziani Capo di S.M.R.E. Lo stesso giorno della tragedia il maresciallo
           Balbo aveva inviato al Comandante la 10 a Armata della Libia un suo dispaccio por-
           . tante il  n.  01/205917/0P del seguente  tenore:
                «L'impiego dell'aviazione in quest'ultimi giorni  è completamente sbagliato.  Non
           si mandano gli aerei ad attaccare le autoblindo se non in gruppi superiori a 20. Le auto-
           blindo isolate debbono essere cacciate dalle autocolonne con troppa facilità alle riahie-
           ste dell'Armata.  Ognuno faccia il suo mestiere, se si vuole che l'Aviazione, al momento
           del bisogno,  sia  efficiente.
                La morte del maresciallo Balbo e la nomina di Graziani, che conservava fra l'altro
           la carica di  Capo di S.M.R.E.,  non rallentarono la pressione dello Stamage che già da
           tempo sollecitava il Comando Superiore FF.AA. dell'A.S.I. ad iniziare un'offensiva con-
           tro  l'Inghilterra,  ritenendo  ormai maturo  il momento politico derivante  dall'offe~:~siva
           aerea della  Luftwaffe con suo  «England Blitz» preludio all'operazione di sbarco «Se4
           Lowe».

                Il 30 giugno il maresciallo Graziani giungeva in Libia e assumeva il Comando
           dello scacchiere e immediatamente iniziava a rendersi conto della situazione esisten-
           te,  che il2 luglio aggiornava con precise richieste  ~o S.M.G., basato sul sollecito
           invio di automezzi, carri armati e aeroplani. Con l'occasione veniva ripresa in consi-
           derazione, l'offerta rinnovata dalla Germania dopo un allarmante rapporto a Berli-
           no del gen. Rintelen che aveva messo al corrente il Comando della disastrosa situa-
           zione esistente in Libia sulle truppe corazzate italiane e sul materiale in loro dota-
           zione.  Ancora una volta la Germania, forte questa volta del parere favorevole  del

                                                                                   117
   114   115   116   117   118   119   120   121   122   123   124