Page 121 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 121

In previsione dell'offensiva su Sidi el Barrani, il gen.  Porro invitava, con sue
            direttive operative emanate 1'8  settembre 1940, i dipendenti reparti: « ... ad agire in
            armonia con le truppe terrestri,  immedesimandosi della  necessità di agevolare in ogni
            maniera  l'azione delle truppe a terra  - direttamente o indirettamente - aderendo  e
            cooperando attivamente nella più lunga misura possibile, sia impedendo che l'offesa del-
            l'aviazione  avversaria  possa  avere  dirette  e favorevoli  conseguenze,  sia  colpendo  gli
            obiettivi la cui paralizzazione o disgregazione possa favorire l'azione delle truppe nazio-
            nali, con una partecipazione diretta al combattimento nel senso di rompere e distruggere
            particolari importanti,  nuclei di resistenza nemica,  interdire l'affluenza di  rifornimenti
            e rinforzi, attaccare mezzi meccanizzati e blindati se questi si presentassero in formazio-
            ne o numero ragguard~ole, raccogliere in oltre ogni elemento utile per determinare tem-
            pestivamente interventi a ragion  veduta».
                 Intensa fu  nei giorni di lotta l'attività della  5 8  Squadra Aerea con azioni di
            bombardamento e assalto, crociere protettive dei caccia,  ricognizioni ravvicinate e
            lontane. I mezzi corazzati nemici distrutti furno una trentina, quelli danneggiati ol-
            tre 50 e quelli abbandonati intatti una ventina che assommati agli autocarri· distrut-
            ti portavano ad oltre un centinaio i veicoli messi  fuori uso o catturati per merito
            dell'aviazione. Da parte nostra andarono perduti 11  trimotore fra "SM. 79" e "SM.
            81"  abbattuti in volo o distrutti al suolo da incursioni della WDAF, con 11  morti
            fra ufficiali, sottufficiali e specialisti, 26 feriti,  19 dispersi: una dolorosa ma signifi-
            cativa dimostrazipne dell'impegno e dello spirito di sacrificio dimostrato dagli avia-
            tori per aiutare i commilitoni dell'Esercito.
                 Le  azioni di bombardamento,  ricognizione,  rnitragliamento e  spezzonamento
            videro la partecipazione di 435 velivoli; quelle per crociere di protezione e le par-
            tenze su allarme vennero effettuate da 960 aerei che portarono ad un totale di 1.400
            gli aeroplani impiegati nell'offensiva con complessive 3.000 ore di volo, kg 183.000
            di bombe e spezzoni lanciati,  60.500 colpi di mitragliatrice sparati.
                Lo smacco subìto dagli inglesi con l'abbandono di Sidi el Barrani, posta a circa
            100 km dal confine libico, località che costituiva un'ottima base di partenza per suc-
            cessive operazioni, costrinse l'Inghilterra ad intervenire e a reagire inviando il gior-
            no  17  nella Zona costiera fra  Bardia e Sidi el Barrani una formazione  navale per
            bombardare le nostre posizioni. Furono avvistate e attaccate da 2 aerosiluranti della
            278 8  Sqd. AS  (cap.  pii. C.E. Buscaglia) decollati da El Adem, che siluravano, clan:
            neggiandolo seriamente, l'incrociatore Kent a stento rimorchiato sino ad Alessandria
            per riparazioni che si  prolungheranno per oltre un anno.
                1113 settembre con telegramma n.  1.129/PO. il gen. Porro inviava il suo ricono-
            scimento agli assaltatori: «Prego esprimere agli equipaggi del 50° Stormo il mio com-
            piacimento per il modo deciso e audace col quale vengono compiute le azioni d'attacco
            al suolo».
                Il giorno 15 giungeva in Libia, per una visita di ispezione alla 5 a  Squadra Ae-
            rea il C.S.M.R.A. gen.  Pricolo,  per rendersi conto di persona delle condizioni di
            efficienza dei reparti, del morale e della preparazione del personale, delle condizio-
            ni d'impiego del  materiale di volo e dei campi d'aviazione.
                Le difficili condizioni ambientali col caldo, la sabbia, la mancanza di accettabi-
            li condizioni di vita furono le prime evidenti impressioni che colpirono l'immagina-
            zione del gen. Pricolo in misura superiore alle sue previsioni. Particolarmente disa-
            giata risultava la vita nei campi. a causa dell'assenza di ogni forma di comfort, per
            il continuo turbinare della sabbia sollevata dal vento o dalle eliche in moto visibilis-
            simo dall'alto e quindi facile  motivo di attacco per gli aerei neinici.


                                                                                    119
   116   117   118   119   120   121   122   123   124   125   126