Page 217 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA GUERRA AEREA
Strategia d'impiego: concezioni contrastanti
FERRUCCIO BOTTI
Premessa
Più che su eventi bellici già ampiamente trattati nella loro dinamica e nelle loro
conseguenze, questo studio sarà incentrato sui retroscena teorici e sulle decisioni
che li preparano e li rendono in certo senso inevitabili, condizionandone l'esito. La
strategia e il ruolo della Regia Aeronautica nel primo anno di guerra non possono
infatti essere ricostruiti con una doverosa e oggi possibile obiettività, senza rifarsi
sia pur brevemente alle scelte '(o non-scelte) di politica estera e militare dalla guerra
d'Etiopia in poi, al quadro strategico generale, ai criteri d'impiego e alla fisionomia
organica delle forze di superficie. Occorre inoltre rifuggire il più possibile dall'esa-
me degli avvenimenti in una ristretta e polemica ottica di Forza Armata, peri:hé al-
meno dalla prima guerra mondiale in poi, anche l' histoire-bataille non si può fare
prescindendo dal quadro interforze: ciò vale in particolar modo per lhronautica.
Quando il 10 giugno 1940 Mussolini entra in guerra, la situazione strategica
get;1erale fornisce indubbiamente l'occasione più favorevole (o meno sfavorevole) al-
l'Italia. L'esercito francese, giudicato specialmente in Italia il migliore d'Europa, e
una costante pietra di paragone anche dopo il1939, è ormai in ginocchio e con esso
la Francia. L'aviazione francese è stata surclassata da quella tedesca e la flotta fran-
cese, pur essendo ancora intatta, non è manifestamente in grado di capovolgere da
sola le sorti del conflitto. A sua volta l'Inghilterra, pur mantenendo ancora efficien-
ti anche se poco numerose forze corazzate in Africa settentrionale e importanti basi
e forze aeronavali nel Mediterraneo, sta spostando il centro di gravità della sua stra-
tegia e il meglio delle sue forze aeree nell'estrema difesa dell'isola e delle rotte atlan-
tiche, con solò tre aeroplani a Malta.
Ciononostante, la visione di Mussolini e, più in generale della politica militare
italiana, rimane come sempre essenzialmente «continentalista» e «terrestre». Negli
anni Trenta, l'Italia si allea con una potenza che dispone di un grande Esercito e
una grande Aeronautica e vuole cambiare la carta d'Europa, ma in tal modo diventa
avversaria della più grande potenza navale e aeronavale del mondo da sempre padro-
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