Page 218 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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na del Mediterraneo, e di una potenza aeronautica che rivaleggia con la Germania.
Mussolini nel giugno 1940 non sembra dare gran peso non solo e non tanto al possi-
bile intervento degli Stati Uniti, ma a tre fatti destinati a capovolgere le sorti del
conflitto:
a) la Royal Navy conserva pressoché intatte le sue forze;
b) la Royal Air Force ha uomini e macchine di prim'ordine e non è stata anc~ra de-
bellata come l'aviazione francese;
c) l'industria inglese, anche con il concorso degli Stati Uniti, è comunque ancora
in grado di colmare rapidamente le perdite e di superare anche nel campo qualita-
tivo e tecnico le nostre forze aeronavali.
Questa situazione meno favorevole di quanto possa sembrare di per sé sottoli-
nea ancora di più quali sono le vere chances dell'Italia nel giugno 1940. Come affer-
mato più volte da Mussolini, l'Italia entra in guerra per rompere le catene che la
imprigionano nel Mediterraneo, mare che non è mai stato e non è, nemmeno nel
1940, «nostrum», ma «vostrum», cioè di altri. L'obiettivo strategico fondamentale
dell'Italia nel 1940 è dunque - checché se ne dica- estremamente chiaro, ed è
del resto rispecchiato almeno in parte dalle direttive dello stesso Mussolini: elimina-
re con un'azione il più possibile rapida e decisiva la presenza inglese nel Medi-
terraneo.
Un obiettivo che, tutto sommato, nel1940 almeno va ritenuto alla portata del
pur modesto potenziale militare italiano, ma tale da richiedere proprio ciò che l'Ita-
lia- non solo e non tanto per carenza di risorse-;- nel1940 non aveva: un disposi-
tivo militare integrato e con fisionomia strategica e ordinativa spiccatamente «medi-
terranea»; forze terrestri corazzate e meccanizzate equipaggiate per la guerra nel de-
serto e in grado di raggiungere rapidamente Suez; forze aeronavali in grado di neu-
tralizzare o eliminare le corrispondenti forze inglesi e le loro basi, assicurando le
comunicazioni con l~frica settentrionale e più in generale mantenendo aperti i ca-
nali di rifornimento nel Mediterraneo.
D ruolo delle forze aeree nella teoria strategica delle forze di superficie (1939-1940)
Per quali ragioni, nel concreto, le Forze Armate itaJ.iane - e non solo l' Avia-
zione - nel1940 non sono minimamente in grado di sfruttare l'occasione favorevo-
le che si presenta a causa del momento di massima crisi dell'Inghilterra? Va subito
detto che l'aviazione, per le sue caratteristiche di flessibilità, mobilità e capacità of-
fensiva a lungo raggio, in linea generale era indubbiamente il fattore nuovo e l'arma
più adatta per una strategia rapida e offensiva, e al tempo stesso il baricentro dei
rapporti tra Forze Armate. Occorre perciò chiedersi, in primo luogo, qual'era la stra-
tegia delle forze di superficie e quale ruolo esse intendevano assegnare ali ~rma
aerea.
Il fattore primario di inefficienza per lhronautica come per le altre Forze Ar-
mate, è la ben .'iota mancanza di una dottrina strategica unitaria, con tale termine
intendendo un concreto e ben definito indirizzo
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