Page 220 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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saria. Infatti esse, pur prendendo in esame le  forme di concorso aereo in tutte le
             fasi  della battaglia,  ammettono (para.  35)  che
                  «l'intervento dell'armata aerea è "subordinato agli altri compiti ch'essa as-
                  solve indipendentemente" [nostra sottolineatura- N.d.R.], ma che indiret-
                  tamente influiscono anche sulle operazioni dell'esercito ai fini della comune
                  vittoria. Spetta al comandante supremo di tutte le forze armate [cioè, addi-
                  rittura al Duce- N.d.R.] di stabilire ''quando e dove" un'aliquota dell'ar-
                  mata aerea - e anche tutta - cooperando nelle grandi battaglie che l'Eser-
                  cito combatte - debba assolvere il più importante dei suoi compiti, quello
                  di contribuire con tutte le sue forze  alla vittoria comune e decisiva».

                  Le predette Direttive prevedono anche che le prime azioni belliche saranno ae-
             ree,  e che il loro successo è subordinato alla fulmineità dell'intervento.  Per quanto
             riguarda l'Esercito, gli obiettivi saranno le basi aeree dell'avversario e tutti gliele-
             menti che interessano la mobilitazione e la radunata delle forze nemiche. In questo
             quadro (para.  11):
                  - «le popolazioni, preparate,  sin dal tempo di pace,  a una opportuna valuta-
                    zione, non sopravalutazione, dell'offesa aerea,  dovranno resistere agli effetti
                    materiali e morali del bombardamento;
                  - le organizzazioni contraeree terrestri dovranno essere pronte, addestrate e ca-
                    paci a collaborare efficacemente alla difesa,  specie per impedire agli aerei
                    nemici le basse quote;
                  - le truppe e, soprattutto, i Servizi, dovranno essere sottratti, per quanto possi-
                    bile,  all'osservazione e all'offesa dall'alto».

                  Sempre secondo le Direttive, l~viazione interviene nella battaglia per svolgere
             (con le unità di «aviazione ausiliaria» assegnate all'Esercito) compiti di esplorazione
             strategica e tattica e compiti di collegamento tra le colonne.  Inoltre, con aliquote
             dell~mata aerea, «concorre con bombardamenti poderosi e improvvisi alla disorga-
             nizzazione dei centri di vita delle Grandi Unità avversarie»,  oppure «piomba im-
             provvisamente sul campo e nelle retrovie, con unità di assalto destinate a sqrprende-
             re,  arrestare,  sgominare reparti in marcia e in combattimento».
                  Nel complesso non si può dire che le Direttive trascurino il ruolo dell'Arma
             Aerea, anche se in esse rimane del tutto assente la prospettiva del blitz-krieg tedesco
             basato sul binomio carro-aereo,  nel quale l~viazione -  rappresentata dal famoso
             aereo da appoggio tattico ravvicinato "Ju. 87 Stuka"- aveva il ruolo preponderan-
             te.  Infatti, come osserva il Canevari,
                  «bisogna notare che il generale Cuderian pone al centro del suo sistema l'a-
                  viazione e non i carri,  come comunemente si crede:  «È ormai pacifico -
                  scriveva egli nel1937- l'enorme importanza che l'aviazione avrà in una
                  futura guerra:  ora,  l'armata aerea ha bisogno di avere a terra un'arma com-
                  pagna che possa sfruttare immediatamente i risultati che essa consegue,  sia
                  nell'esplorazione che nell'attacco: occorre un'arma veloce e potente ... Solo
                  la velocità, unita alla potenza, può impedire e prevenire la difesa: ogni orga-

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