Page 225 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 225

per la protezione di edifici e il prescritto preavviso in caso di bombardamento e or-
          dina rappresaglie  al di fuori dei casi previsti dalla legge.
              A proposito di questi aspetti che investono il delicato rapporto tra la guerra
          e la morale,  andrebbe ricordato che Clausewitz sosteneva l'estraneità di precetti di
          carattere  morale  alla  guerra,  e  che le  teorie  sviluppate da Douhet dopo la prima
          guerra mondiale hanno un profondo retroterra - per ammissione dello stesso Dou-
          het - negli aspetti marittimi delle teorie della ]eune école francese di fine secolo
          XIX («Il n'y a plus de raison pour respecter une cité quelconque, à plus fort raison une
          citéprospère, que pour respecter une flotte commerciale») (14).  Esse sono ben vive an-
          che nel1940-1941 nella tradizione navale britannica, come dimostrano l'attacco alla
          flotta francese (alleata fino a pochi giorni prima) nel porto di Mers-El-Kebir (3 lu-
          glio 1940) e il bombardamento di Genova del9 febbraio 1941 effettuato soprattutto
          per ottenere palesi effetti morali (15).                                 ·
              A parte l'aspetto morale, questi generici orientamenti teorici- perché solo di
          questo si  tratta -  hanno tre riflessi estremamente negativi:
          a)  danno alla preparazione e all'impiego  dell~ma Aerea un'impronta tendenzial-
             mente  «continentalista» e  non «mediterranea» e  «extraeuropea» come  sarebbe
             necessario. Se l'obiettivo preferenziale è costituito dai centri demografici' e indu-
             striali, questi non possono essere che oltr'alpe e in Europa. Inoltre si ritiene più
             proficuo bombardare i porti e le basi navali, che le forze navali in navigazione.
             Tutto ciò significa,  nel concreto,  bombe non adatte a perforare le corazze delle
             navi, scarsa importanza agli aerosiluranti e- più in generale- all'attacco con-
             tro navi in movimento, e infine, schieramento delle forze aeree gravitante a nord
             e non nel centro-sud della Penisola;  (16)
          b)  non sono seguiti da una coerente politica delle costruzioni e portano a trascurare
            gravemente le difese aeree, anche per ragioni di economia. Nel1940-1941l'aero-
             nautica è imperniata su bombardieri medi veloci ("S.M.  79",  "B.R. 20 CANT.
             Z 100 7") costruiti a partire dalla metà degli anni Trenta per sfuggire alla caccia
            e quindi per fare a meno della scorta, con armamento insufficiente e ridotta por-
             tata e autonomia, che ben presto sono superati in velocità anche dalla caccia in-
             glese ("Spitfire", ecc.). Nessuna traccia quindi, del grande bombardiere strategi-
            co douhetiano (17);
          c)  rendono superflua un'autentica cooperazione con le forze di superficie, coopera-
             zione intesa nel senso autentico e tecnico del termine, cioè come un sistema codi-


          (14)  Comm. Z. E.H. Montechant, Riforme navale,  p.  136 (Cit. in G. Douhet, J..:Armata ama, «Rasse-
              gna Marittima Aeronautica Illustrata»  1920,  pp.  26-29).
          (15)  F.  Botti, I riflessi sbrltegici della guerra  totale «Bollettino d' .AtclUvio della Marina Militare» n.
              1-2/1989.
          (16)  Cfr. F.  Botti, Strrztegia continentale e sbrltegia meditemznea nel pensiero aeronautico Italiano  ITtl  le
              due guerre mondiali (m Atti del COmJefliO inlemtlZionale su la uita e l'operrz di Giulio Douhet, Caser-
              ta,  Società di storia patria di terra di lavoro,  1987,  pp.  185-201).
          (17)  Sull'indirizzo delle costruzioni aeronautiche Cfr. L. Ceva, L'evoluzione dei materiali bellici in Ita-
              lia, in L'Italia e la politica di potenza in Europa (a cura di E. Di Nolfo, R. N. Rainero, B. VIgezzi),
              Milano, Marzorati, 1985, pp. 343-390; G. Alegi, Qualità del materiale bellico e dottrina d'impiego
              italiaNZ nella seconda guerra  mondiale: il caso della Regia Aeronautica,  cStoria: Contemporaneo
              n.  6/1987;  G.  Santoro,  Op.  cit.,  pp.  19-29.

                                                                                 223
   220   221   222   223   224   225   226   227   228   229   230