Page 227 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Questo «diverso  parere» sottintende un diverso  concetto della guerra aerea,
         che non può essere giudicato solo come  tesi limitata ad una sola Forza Armata e
         consente di chiarire qual'è, la reale discriminante teorica e pratica - non risolta e
         confermata dagli avvenimenti- sulla guerra aerea nel1940: o impiego dell'aviazio-
         ne «controcittà» o impiego dell'aviazione «contro forze».  Tutto il resto deriva dalla
         scelta dell'una o dell'altra possibilità e attiene più che altro alle modalità più oppor-
         tune da individuare di volta in volta,  tenendo presente che i due diversi impieghi
         presuppongono una diversa-organizzazione, diversi rapporti tra Forze Armate,  di-
         versi  materiali e diverso  addestramento.              ·
             Anche nell'ambito di un impiego «contro forze» sono infatti accettabili i con-
         cetti fondamentali ben espressi dal generale Valle,  con la sola avvertenza che non
         possono essere dei dogmi e delle regole fisse.  Ciò vale specialmente per l'impiego
         a masse delle forze aeree e per l'innegabile, scarsa convenienza di impiegare un mez-
         zo costoso e sempre scarso come quello aereo nel raggio del cannone e contro obiettivi
         puntiformi,  che  almeno  nei casi  normali possono benissimo battere,  con migliore
         rendimento, l'artiglieria o le stesse armi della fanteria. Più discutibile l'affermazione
         della non convenienza dell'impiego dell'aviazione «nel campo tattico», perché tutto
         dipende dal significato da attribuire ai termini «tattico» e «strategico», allora come
         oggi tutt'altro che ben definito e comunque non legato solo a valori di distanza. Se
         per esempio nel termine «appoggio tat_tico» si includono anche le retrovie, gli organi
         logistici, le vie di comunicazione a ridosso della linea di contatto, allora l'afferma-
         zione è contestabile. Essa è invece giusta, anche oggi, se con tale termine si intende
         indicare obiettivi ravvicinati di piccole dimensioni o le forze nemiche a più diretto
         contatto, che normalmente non conviene battere con l'aviazione, da riservare a inter-
         venti non altrimenti possibili e contro obiettivi di spiccato rilievo nell'azione delle
         forze di superficie.
             Del resto anche nella guerra di Spagna, che aveva spesso visto un impiego del-
         l'aviazione in appoggio diretto alle fanterie,  emerge la frequente non convenienza
         di impiegarla per battere obiettivi ravvicinati, e la convenienza di battere invece le
         retrovie. Nella relazione sulla quarta battaglia di Madrid (6-28luglio 1937), il Capo
         della Delegazione italiana presso il Quartier Generale di Franco, generale Gelich,
         a proposito dell'efficacia dei bombardamenti aerei afferma:          -
              «considero il rendimento del bombardamento aereo sul campo strettamente
              tattico esiguo rispetto al rischio e al dispendio; grandissimo il rendimento
              delle immediate retrovie.  Nelle ultime operazioni_ si è constatato che il di-
              fensore è rimasto intatto con le sue mitragliatrici su posizioni ripetutamente
              bombardate.  Insomma il bombardamento aereo non può ancora sostituire
              il tiro di artiglieria nello spianamento, mentre esercita grande influenza sulle
              costruzioni (abitati,  centri di vita, fabbriche) sostituendo in ciò,  e anzi am-
              pliando e allungando gli effetti della cosiddetta .intetrlizione lontana dall'ar-
              tiglieria di grande gittata»  (19).

             Se l'importanza del binomio carro-aereo rimane assente sia nella visione del
         generale Valle sia in quella degli esponenti dell'esercito, l'esperienza- spagnola non



         (19)  A.U.S.S.M.E.,  Rep.  F/6,  Racc.  83.

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