Page 265 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA  CAMPAGNA CONTRO LA  FRANCIA,
                           I: ARMISTIZIO  E  LA  CIAF







                                                                 ROMAIN  H.  RAINERO

















              Dopo quasi cinquant'anni di «rivelazioni» e di ricerche storiche l'intera vicen-
          da dell'entrata in guerra dell'Italia nella seconda guerra mondiale può ritenersi ab-
          bastanza chiarita allorquando si parli di situazioni interne italiane, di rapporti di-
          plomatici, sia con l'alleato tedesco, sia con le altre capitali importanti, sia infine che
          si parli di operazioni militari vere e proprie. Della storia del fatidico 10 giugno 1940
          abbiamo ormai un'immagine abbastanza larga e fedele nelle sue variegate manifesta-
          zioni e nelle sue inevitabili contraddiz.ioni: ciò che manca in questo quadro co~ ric-
          co di spunti e di vicissitudini è ciò che «dopo» l'entrata in guerra dell'Italia è avve-
          nuto tra i massimi contendenti della guerra delle Alpi, la Francia e l'Italia, quasi
          fosse dimenticata l'esistenza di una storia che, lunga più di tre anni, ha caratterizza-
          to i rapporti bilaterali con altune specificità, quali il sorgere di un'Italia vittoriosa
          di fronte alla Francia di Vichy, l'anomala situazione di un rapporto armistiziale che
          presentava crescenti lacune di efficacia ed, infine, una alternanza di autoritarismo
          fascista e di ricerca del dialogo con la Francia vinta, di vendetta rivendicazionista
          e di aperture distensive, il tutto attraverso un organo specifico, la Commissione Ita-
          liana di Armistizio con la Francia ed una «capitale» nuova per questi rapport~, Tori-
          no, che torna a svolgere in questo periodo il ruolo di capitale vera e propria, delegata
          com'era la Commissione a sovraintendere all'insieme delle relazioni con la Francia
          di Vichy, tenendo essa con le autorità romane un qlpporto solo tramite il filo diretto
          del suo presidente con lo  stesso  Mussolini in persona.
              Sul piano storiografico i punti ancora da chiarire sono prevalen~mente quelli
          relativi alla decisione di Mussolini di sottoscrivere un armistizio con la Francia nel
          testo che fu firmato, alle vere intenzioni di Mussolini a proposito del regime di Vi-
          chy,  al ruolo che la CIAF poteva giocare  nel complesso gioco del primo anno di
          guerra ed infine alla «buona fede» che la delegazione francese a Torino poteva pos-

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