Page 268 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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La totale novità dell'arrendevolezza di Mussolini a Villa Incisa apparve sospet-
ta anche ai contemporanei, i quali, pur nel tradizionale ossequio verso le decisioni
del Duce non mancarono, quà e là di esprimere una sommessa sorpresa. Nei giorna-
li se ne trovano ampie tracce e persino nell'autorevole organo del Ministero degli
Affari Esteri, «Relazioni Internazionali» dell'Istituto per gli Studi di Politica Inter-
nazionale, di Milano, le clausole dell'armistizio apparvero «di una generosità inusita-
ta verso il vinto» e tale da suscitare anche in chi aveva largamente ubbidito agli ordi-
ni del regime. circ.a gli «interessi e le naturali aspirazioni del popolo italiano» una chia-
ra sorpresa (8). A tal punto erano diffusi questo sentimento e questo stupore che
la «velina» del Ministero della Cultura Popolare al riguardo era significativamente
rivolta a «non sottolineare troppo la figura di Pétain», e di «ignorare la Francia ... Limi-
tare il notiziario al minimo indispensabile da pubblicare sempre su una colonna, come
si conviene ad uno Stato di secondo ordine ... » (9).
Oggi noi sappiamo invece che tutte queste considerazioni sono errate e che a
Monaco nulla di tutto quel che si disse sia avvenuto è realmente avvenuto: nessuna
pressione di Hitler su Mussolini che implòra di vedere riconosciuta la sua ambizio-
ne di rivendicazioni territoriali a danno della Francia e nessuna «resa» di Mussolini
alle imposizioni dell'alleato preponderante. Nei confronti della Francia il primo do-
cumento italiano quanto a condi~ioni armistiziali fu quello elaborato alla vigilia di
Monaco da Ciano. Esso consta di 10 punti ed evoca occupazioni e altre sostanziali
clausole pesanti per la Francia; spesso trascurato dagli storici esso è stato pubblicato
nel1951 e quindi rimane la prima codificazione della volontà italiana nell'imminen-
za di un accordo armistiziale con la Francia (10). Esso va letto in un doppio conte-
sto: da una parte la manifestazione di una volontà oltranzista dell'Italia «vittoriosa»
e dall'altra del totale disinteresse della Germania per le condizioni che Mussolini
dettava per fare l'accordo di armistizio con la Francia. Ma vi è un altro elemento
da ricordare riguardo proprio a Mussolini ed è il suo spirito a proposito dell'immi-
nente resa della Francia; ce lo tramanda il Diario di Ciano che lo accompagna all'in-
contro con Hitler e che nota in quella occasione quanto fosse fragile la sua posizio-
ne e quanto fossero modeste le conquiste fatte dall'Esercito italiano nel territorio
francese. Da una parte « ... si rende conto che il suo parere ha valore consultivo: la guer-
ra è stata vinta da Hitler che avrà la parola. Ciò, naturalmente, lo turba e lo rattrista»,
e dall'altra «le sue riflessioni sul popolo italiano e soprattutto sulle nostre forze armate
sono stasera di una estrema amarezza ... ».
Ciò non~stante il testo della bozza dell'eventuale armistizio con la Francia vie-
ne approvata senza discussioni da Hitler che nulla obietta alle richieste italiane. La
relazione che dell'incontro fa Mussolini è chiara, e la testimonianza di Ciano non
lascia dubbi. Quella di Roatta, il terzo italiano ad essere presente a Monaco è addi-
rittura innovativa. Per Mussolini la posizione di Hitler è chiara: <<La Germania po-
trebbe essere paragonata a un fortunato e audace giocatore che ha sempre vinto pur sem-
pre raddoppiando la posta. Ora è un po' nervoso e vorrebbe far presto a portare a casa
l'abbondante peculio ... ». E per Ciano nel suo Diario: «Traspare il desiderio .di far presto
(8) Questa era il titolo di una serie pubblicata dall'Istituto a partire dal 1939. Si veda L'armistizio
con la Francia, in «Relazioni Internazionali», 29 giugno 1940.
(9) C. Mattesini, Ordini alla sf4mpa, Roma, 1945, p. 110.
(10) Si veda il testo delli1ppunto di Ciano del 17 giugno in F. Rossi, Mussolini e lo St4to Maggiore.
Aovenimenti de/1940, Roma, Tip. Regionale, 1951, p. 174.
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