Page 266 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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sedere nei suoi rapporti con l'Italia vittoriosa (1). Tutti questi argomenti hanno da
sempre sollecitato l'attenzione degli storici, ma spesso per ignoranza dei documenti
segreti degli archivi della CIAF,li hanno indotti a correre a facili ma errate conclu-
sioni. I:elemento centrale del discorso risiede nel tenore stesso dell'armistizio di Vil-
la Incisa imposto alla Francia. Dopo tante dichiarazioni rivendicative e dopo tanto
trionfalismo a proposito della Campagna contro la Francia, pareva indiscussa la pre-
tesa dell'Italia «vittoriosa» di realizzare quanto sul piano delle rivendicazioni terri-
toriali aveva da anni deciso di rivendicare. Invece, l'Italia non inserì nelle clausole
armistiziali tali richieste ed il testo è da sempre apparso blando e quasi senza conse-
guenze negative per la Francia, almeno sul piano della sua integrità territoriale. Da
qui è nata una leggenda a proposito del «ricatto» che Hitler impose a Mussolini di
non realizzare le agognate rivendicazioni per poter presentare alla Francia un qua-
dro politico che valesse a scongiurare il pericolo di una prosecuzione nel Nord Afri-
ca o altrove di una guerra che invece il Governo di Vichy pareva ben deciso a fare
cessare. E il riferimento ai rapporti difficili tra i due vincitori, Hitler e Mussolini,
culminanti proprio riguardo all'armistizio nell'incontro di Monaco del 17 giugno
1940, si è fatto da sempre in termini di un negoziato dominato da un Mussolini
assetato di conquiste territoriali che si fa bloccare in queste sue ambiziosi da un Hi-
tler che, forte della sua vittoria solitaria sulla Francia, impone all'alleato, un armisti-
zio che, a grandi linee, rifiuta queste occupazioni a danno della Francia. Langer e
Gleason hanno dato dell'incontro un ~soconto abbastanza fedele ma insistendo sul-
le cautele di Hitler a favore di una certa politica di alleggerimento delle rivendica-
zioni per favorire la firma di un armistizio e, soprattutto, la permanenza in Francia
del Governo francese hanno indotto taluni a ritenere che le tesi in presenza a Mona-
co fossero due: quella vincente di Hitler per una politica «generosa» verso la Fran-
cia e quella perdente di Mussolini caratterizzata da una intransigenza generale in
favore delle proprie «rivendicazioni territoriali» a danno dei francesi (2). Lo stesso
Henri Miche!, il quale conosce assai bene la questione, non si allontanò di molto
da questa posizione ma la periodizzò in modo arbitrario e quindi errato, affermando
che le rivendicazioni italiane, note a Hitler prima dell'inizio del conflitto franco-
italiano, non erano state più accettate dallo stesso Hitler, allorquando con la propria
talda dichiarazione di guerra, l'Italia fascista si pose tra i vincitori della Francia.
D discorso non fa ancora apparire un collegamento di rifiuto ma lo lascia nel sottin-
teso affermando: «Ma l'entrata tardiva dell'Italia nel conflitto, la relativa mansuetudi-
ne che Hitler llfJeva, per 14ttica, espressa nel giugno 1940, in favore della Francia vinta,
rimandava alla conclusione della pace la soddisfazione delle rivendicazioni italiane ...
In ogni caso, la pace, sarà il vincitore, cioè Hitler che la definirà» (3). Non si può certo
criticare l'insieme delle affermazioni di Miche!, ma si può dire che esse paiono la-
sciare intendere che a Moriaco il rapporto Hitler-Mussolini sia stato fondato su un
(l) Ne fa appena cenno l'unica opera dedicata all'armistizio, di F. Avantaggiato Puppo, Gli armistizi
fomcesi u/1940, Milano, Giufflè, 1963; ne ho a lungo evocato gli aspetti nel mio Mussolini e
Pltilin. Storill dei rqporti l1rl l'ltalùl e la Ftrmcia di Vichy, Roma, S.M.E. Ufficio Storico, 1990,
al quale mi rifaccio ampiamente.
(2) W.L. Lanser- S.E. Gleason, The Challenge to lsolation 1937-40, Londra, R.I.I.A., 1952, p. 555.
(3) H. Michel, Les Mlations fmnco-italiennes (u l'armistice u juin 1940 à l'armistice u septembM
194J), in Lll gume en MlditmrsnN 1939-194.5, Actes dM col/oque intemational tenu tÌ Paris du 8
ati 11 aflri/1969, Parigi, C.N.R.S., 1971, p. 490.
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