Page 79 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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cento per le mitragliere da 20, il29 per cento per i cannoni da 47,  il 50  ed il 70
          per cento per i mortai da 45 e 81, il32 ed il42 per cento per le pistole ed i fucili.
               Per il relativo munizionamento, la potenzialità degli stabilimenti consentiva di
          coprire il fabbisogno del solo 31  per cento per le cartucce, del16 e del 53 per cento
          per le  bombe da mortaio (45  e  81)  e del 47 per cento per le  bombe a  mano.
               In materia di esplosivi il fabbisogno assommava a 87.000 tonnellate per quelli
          da lancio ed a 170.000 tonnellate per gli scoppianti, contro una produzione annua
          che raggiungeva appena il40 e il23 per cento. Né poteva essere diversamente poi-
          ché il toluolo era totalmente importato e per la fabbricazione del tritolo esistevano
          considerevoli difficoltà.
               Per i carri armati, la richiesta del1939 ammontava a 268 carri «M», a 697 carri
          «L» e a 48 autoblindo mentre la capacità di produzione annua era rispettivamente
          di 228,  480 e 36.    .
               Il settore degli automezzi, data la nostra capacità di produzione e l'esigua mo-
          torizzaziohe delle unità, era in migliori situazioni. Quando invece si fosse manife-
          stata l'esigenza di una progressiva e più larga motorizzazione, anche in questo cam-
          po si sarebbe creata un'insufficienza di produzione cui si sarebbe sommato.il proble-
          ma gravissimo dell'approvvigionamento di alcune materie prime e dei materiali cri-
          tici per leghe e  trattamenti termici.
               Alla carenza di gomma si cercava di ovviare ricorrendo all'impiego della autar-
          chica «buna», benché il ripiego imponesse riduzione dei carichi e della velocità dei
          veicoli.

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               Quello che fu possibile fare durante i nove mesi di non belligeranza, data l'im-
          possibilità di comprimere i tempi fissati per l'approntamento di materiali e  mezzi
          (3), consistette nel ridurre le dotazioni alle unità e di contrarre l'entità delle divisio-
          ni da mobilitare da 126 a 73, da articolare in 21 Corpi d'Armata, 9 Armate, 2 grup-
          pi d'Armate destinati alla difesa delle frontiere  occidentale e orientale.
               Nel novembre 1939 si provvide inoltre a sdoppiare le cariche di Sottosegreta-
          rio di Stato per la guerra e di Capo di Stato Maggiore dell' Esercito. Si aumentarono
          gli organici di 2.300 ufficiali e 6.500 sottufficiali in Spe e si richiamarono 30.000
          ufficiali dal congedo.  Fu incrementata del pari la forza delle unità con il richiamo
          delle classi del 1910,  1912,  1913  e  1916  effettuato nell'autunno.
               Tra  il  febbraio  e  il maggio  1940 si  dispose il  richiamo dell'intera classe del
          1920, di due quadrimestri del1919 e di altre aliquote delle classi dal1910 al1916
          cosl da poter assicurare una forza complessiva di 700.000 uomini e portare allOO
          per cento le unità della 6 •  Armata, della Libia e dell'Egeo, al 70 per cento quelle
          delle Armate 1 8  e 4 8  (frontiera occidentale) e al 60 per cento quelle della 2 8  e 8 8
          (frontiera orientale) e  della Sardegna.                       '
               Nell'imminenza della guerra,  fu anche assegnata a ciascuna divisione una le-
          gione leggera (due battaglioni) della Milizia, ripristinando uno pseudo ordinamento
          ternario.


          (3)  Vedasi il citato Allegato  1.

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