Page 82 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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alleati. Negli ambienti militari britannici si valutava il nostro potenziale bellico un
decimo di quello tedesco. Addirittura pauroso doveva invece apparire un raffronto
delle nostre risorse e possibilità di produzione con quelle dell'Inghilterra, della Rus-
sia e degli Stati Uniti.
D· Comando Supremo ed i piani di guerra
Col programma serrato della preparazione, durante la non belligeranza gli orga-
ni militari provvidero alla funzionalizzazione dei Comandi e degli Stati Maggiori
con una serie di iniziative e direttive riportati in successivi verbali delle riunioni
congiunte tenute dal Capo di Stato Maggiore Generale (5).
Come si è ricordato, la carica di sottosegretario era stata sdoppiata con l'asse-
gnazione di quelle di Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, con funzione autono-
ma, e di Sottosegretario alla guerra abbinata alle mansioni di Sottocapo di Stato
Maggiore Generale. C'è da osservare, quindi, che mentre nell'Esercito le cariche
erano attribuite a persone diverse- all'inizio della guerra rispettivamente al mare-
sciallo Graziani ed al generale Soddu- nella Marina e nell'Aeronautica erano riu-
nite in una sola persona, ammiraglio Cavagnari e generale Pricolo (Vds. Allegato 2).
Ne risultò che il Capo di Stato Maggiore dell' Esercito non aveva contatti con il Co-
mandante Supremo (Mussolini, per delega del Re), mentre i C~pi di Stato Maggiore
della Marina e dell'Aeronautica, avvicinando quasi giornalmente Mussolini per la
loro funz_ione di sottosegretari, discutevano direttamente con lui la situazione e tal-
volta ne ricevevano ordini. Ordini che non passavano per il tramite di Badoglio, Ca-
po di Stato Maggiore Generale.
Non basta: il generale Soddu, Sottosegretario e Sottocapo, era a contatto di
Mussolini assai più del Maresciallo ed intervenne in diverse circostanze indipenden-
temente ed all'insaputa di questi, esprimendo opinioni e svolgendo azioni in contra-
sto con le concezioni e gli intendimenti del Capo di Stato Maggiore Generale.
· In conclusione, non si potrebbe immaginare peggiore organizzazione del Co~
mando, né Mussolini avrebbe potuto assumere più gravi responsabilità personali.
La stessa costituzione del Comando Supremo fu sancita soltanto il 29 maggio
1940 ·su un ordinamento scheletrico e sicuramente inadatto ai gravosi compiti di
una g~erra di coalizione.
Sull'argomento dei piani di guerra e degli obiettivi strategici, oltre alle normali
· pianifièazioni elaborate dagli Stati Maggiori vuoi in funzione della politica estera
altalenante di Mussolini, vuoi come puro esercizio di pianificazione e di comando,
la prima direttiv.a vera e propria del Capo del Governo fu la ricordata memoria al
titolo «piano di guerra».emanata il31 marzo 1940 dopo che egli aveva maturato la
·fatale evoluzione della decisione. .
Sulla base di tale memoria- che, rammento, prevedeva atteggiamento difensi~
vo su tutta la linea eccezion fatta per limitare puntate nell'Impero e sul mare -
il maresciallo Badoglio, conscio della fondamentale impreparazione e confidando
che l'intervento non fosse a brevissima scadenza; fece elaborare i piani all'insegna
della concezione di «chiudere le porte di casa».
(5) In cVerball delle riunioni tenute dal Capo di Stato Maggiore Generalew, Ufficio Storico dell'E-
. sercito, I, Roma, 1985. ·
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