Page 83 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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                              l Com.te  Supremo  l    l Capo  del  Governo
                                   Mussolini          l   Mussolini
                                                             l

                                                   l          l            l           l
                            Capo  di  S.M.G.   Min.  Guerra   Min.  Marina   Min.  Acron.   Min.  A.l.   l
                               Badoglio         Mussolini   Mussolini   Mussolini   l  Teruzzi
                           Sott()(apn  di  S.M.G.   Sottose~r.   Snttosegr.   Sottoscgr.
                                Soddu            Sodllu     Cava~:nari   Prkolo




             l
                                                                                      l
                                                          l
        ~apo di  S.M.EJ l Capo  di  S.~.M. l Capo  d.i  S.M.A.~  l C.tc  Sup.  A.S.II C.te  Sup.  A.O.I.J l C.te  Sup.  Egeo l
           Graziani     Cavagnart       Pncolo          Balbo      Duca  d'Aosta   De  Vecchi
             l                                            l                           l
           l  Forze  ~rmate in  territorio  metropolitanu._l   Forze  ariu;1te  nei  territuri  tl"ultrclllare l
                   in  A lb~nia cd  in  mare

               Non solo, ma egli attirò l'attenzione sulla necessità di non fare nulla che potes-
           se fornire ai tedeschi pretesti per sollecitare l'intervento italiano. Vietò ogni contatto
           con loro ed escluse ogni operazione in comune secondo il principio mussoliniano
           della «guerra parallela». E questo nonostante le ripetute sollecitazioni del marescial-
           lo Balbo che perorava un'iniziativa italiana verso l'Egitto.
               Così, si finirà per entrare nel conflitto secondo le disposizioni dei Piani P.R.
           9 e P.R.  12, che piani di guerra non erano,  ma semplicemente progetti di schiera-
           mento delle forze in funzione difensiva delle frontiere terrestri e marittime, compi-
           lati in base ai presupposti che l'Italia dovesse sostenere «da sola» la lotta contro la
           Germania o la Francia o,  eventualmente,  contro Francia e  Iugoslavia alleate.
               E per di più - ma questo è una ulteriore prova della convinzione di Mussolirii
           che la guerra fosse già risolta - con 200 piroscafi in navigazione oltre il Mediterra-
           neo, per cui all'atto della apertura delle ostilità si erano già perdute, e senza colpo
           ferire,  più di  l  milione di tonnellate di stazza lorda!


                                              * * *

               Alla fine del maggio 1940 l'Esercito mobilitò 73 divisioni, di cui 53 in patria,
           14  in Africa settentrionale, 5 in Albania,  l  in Egeo.  Soltanto  19  erano complete,
           34 efficienti ma incomplete e 20 scarsamente efficienti: per un totale di 1.634.000
           uomini oltre ai  190.000 in Africa orientale.
               Trattandosi di divisioni binarie, le 73 corrispondevano a 37 del tipo delle·42
           mobilitate nel  1915.  Quindi l'efficienza dell'Esercito era non ·soltanto numerica-
           mente inferiore a quella dell'Esercito dell915, ma lo era anche qualitativamente
           poiché nel 1940 esisteva una più marcata differenza di armamenti e mezzi rispetto
           alle divisioni mobilitate dalla Francia, dall'Inghilterra, dalla Germania e persino da
           Grecia e Iugoslavia.
               le divisioni italiane inquadravano infatti due reggimenti di fanteria e le altre
           tre; tre gruppi di artiglieria del cali~ro 75 e 100, mentre quelle francesi e iugoslave

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