Page 88 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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dente realtà per carenza d'interpretazione operativa, qualificazione .professionale,
adeguata filosofia dottrinaria aii•altezza con i tempi, modesta preparazione ai livelli
d'impiego, tecnici, bellici, addestrativi razionalmente organizzato e armonicamente
coordinato. . ·
Nella sostanza, l'intero Organismo aeronautico italiano era fondamentalmente
sano e moralmente integro; aveva uno splendido aspetto vitale, grande dinamismo
collettivo, giovanile entusiasmo, ma risentiva, forse inconsciamente, di talune stri-
denti contraddizioni di crescita che alternavano ad una giovane ma eccellente tradi-
zione di servizio, assolta con grande impegno e serietà in pace ed in guerra, una
emergente constatazione fondata su una imprevista presunzione tecnologica che
mostrava, o doveva mostrare da tempo, i suoi limiti nelle macchine realizzate nel-
l'anteguerra, indubbiamente protagoniste di tanti successi ed eclatanti risultati ma
ritenute, a torto, incondizionatamente idonee, ad operare ancora in un conflitto im-
mediatamente futuro, definito forse superficialmente nei suoi limiti genericamente
moderno, ma evidentemente sottovalutato nella sua essenza e nella globale interpre-
tazione del vero significato. .
Lo prova il fatto evidente d~lle macchine disponibili con cui l'aviazione italiana
iniziò la guerra, considerate valide all'impiego bellico o quanto meno suscettibili di
miglioramenti di poco conto (modifiche marginali, motori più potenti, diversa stru-
mentazione). Non venne messa affatto in discussione la, formula progettuale, le in-
feriori' caratteristiche tecniche e d'armamento, la concezione costruttiva.
Con tale materiale venne, quindi, affrontata la più difficile, dura, impegnativa
e disastrosa vicenda nella storia dell'aviazione italiana, una drammatica prova rap-
presentata e interpretata da tutti i suoi uomini in ardue condizioni d'inferiorità, in
quanto rivelatasi ben presto come una guerra altamente tecnicizzata, diversa da .
quella prevista perché in continua evoluzione progettuale e dottrinaria e a cui non
fu possibile inizialmente adeguarsi per carenza di flessibilità psicologica e radicati
luoghi comuni, mantenere il passo, eliminare handicap; una guerra inaspettatamente
· «moderna» in cui la classica contrapposizione tradizionale, basata su semplici con-
cezioni ideali e morali se raffrontata realisticamente alla fredda potenza nemica,
non aveva valore alcuno se non nell'ammirevole aspetto spirituale e umano del sacri-
ficio offerto, reso spesso senza adeguata contropartita.
Non venne certamente a mancare in questa durissima prova l'apporto entusia-
stico di tanti aviatori: dai comandanti tutti al personale di volo, dagli specialisti ai
più ùmili avieri, dagli operai militarizzati alle maestranze deWindustria aeronautica;
una grande ed affiatata famiglia i cui componenti contribuirono in varia misura e
in campi diversi, con affetto, entusiasmo, stima reciproca e disciplina, a condividere
le ore liete, le fortune e i momenti tristissimi scaturiti nel corso degli eventi di
guerra. .
Venne meno invece e in decisiva misura, l'apporto già scontato e citato del ma-
teriale di volo disponibile e delle strutture approntate; vennero a mancare ugual-
mente nuovi concetti dottrinari e tattici poiché quelli esistenti si rivelarono non suf-
ficientemente adeguati, con tempestività e modalità d'impiego, alle nuove esigenze
di guerra. Di conseguenza divenne sempre più difficile il confronto con l'avversario
dimostratosi largamente superiore per avvedutezza d'intervento, più lungimirante e
aggres~ivo nella convinzione della bontà e quantità dei suoi mezzi, più preparato
psicologicamente ad una guerra moderna e concettualmente più avanzata; vennero
anche irrimed~abilmente perdute; favorevoli, iniziali possibilità di succeso su taluni
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