Page 94 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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In questa fase offensiva anch~ l~viazione venne chiamata a conèorrere allo
sforzo delle truppe terrestri, effettuando numerose missioni contro opere fortifica-
te. Le missioni di bombardamento venivano portate a compimento nonostante le ri-
serve espresse dal Comando di Squadra sui risultati effettivi che potevano scaturire
dal colpire con bombe non superiori ai 100 kg obiettivi basati su fortificazioni co-
razzate con forti spessori in cemento armato, rinforzati adeguatamente con ferro iri
lastroni, disposti su cime inaccessibili, di difficile puntamento, modeste dimensio-
ni, situati su un terreno rotto e di non facile localizzazione. Ma i Comandi di Arma-
ta furono irriducibili poiché a loro parere il bombardamento avrebbe accresciuto il
mordente delle truppe che dovevano procedere alla conquista dei forti. L'intervento
aereo esplicato.in tal modo, poteva considerarsi più un sostegno morale che un ap-
poggio -effettivo!
Fra l'altro le cattive condizioni atmosferiche con piogge, nevicate in alta mon-
tagna, scarsa visibilità, ostacolarono per più giorni l'esito delle missioni. Nella sola
giornata del 21 giugno non meno di un centinaio di bombardieri attaccavano gli
obiettivi assegnati dai Comandi terrestri.
I.:inizio dell'offensiva sui 500 km del fronte alpino non faceva desistere gli altri
reparti dell~ronautica dal continuare le missioni su altri obiettivi. Attacchi veni-
vano portati da bombardieri della 3 • Squadra Aerea sulla Corsica, su Tolone e Mar-
siglia mentre l'aviazione della Sardegna attaccava senza esiti una formazione navale
avvistata a nord-ovest della Corsica.
IL 22 giugno i bimotori "BR 20" intensificarono gli attacchi sugli obiettivi
fortificati alpini ed il 23 l~viazione compl il massimo sforzo per sostenere i gravi
sacrifici delle truppe del Gruppo Armate Ovest che da giorni attaccavano le inac-
cessibili opere fortificate francesi.
IL 24 giugno ogni atto. ostile venne sospeso con l'accettazione delle clausole
d'armistizio da parte francese.
b) Il Corpo aereo italiano in Belgio
Terminate le operazioni di guerra contro la Francia, il successivo impiego con-
tinentale-della R.A. si.verificò all'inizio della stagione invernale contro l'Inghilter-
ra, con l'invio di un Corpo aereo (C.A.I.) su basi del Belgio, per combattere a fianco
·della Luftwaffe quella grande battaglia che poteva cons~derarsi il preludio necessa-
rio all'invasione dell'Inghilterra, (operazione «See Lowe»- Leone Marino). L'in-
sieme delle operazioni aeree contro l'Inghilterra ebbe come nominativo convenzio-
nale «Adler Angriff» (Attacco dell~uila) ed era stato accuratamente elaborato e
·pianificato dallo S;M. dell~viazione tedesca con una suddivisione di attacchi in fasi
cronologiche, preceduto da una serie di incursioni sperimentali, ridotte come entità
ed organici, contro centri industriali e aeronautici, integrate da ·missioni fotografi-
che su una serie di obiettivi di primaria importanza: militari, industriali, aeronauti-
ci, difensivi (ivi inclusa la Home Chaine- la catena d'avvistamento con stazioni
radar di cui i tedeschi erano da tempo a perfetta conoscenza).
Dall'esito delle incursioni ridotte e dallo studio degli aspetti rilevati, nonché
dal grado di reattività che avrebbe esplicato la difesa aerea territoriale inglese:
(RAF, art~eria contraerea, sbarramento di palloni frenati, ecc.), lo Stato Maggiore
tedèsco ayrebbe tratto le necessarie conclusioni per avviare con dovizia di mezzi
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