Page 98 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Questo aspetto era il primo evidente contrasto fra  la concezione semplice ed
             elementare dell'arte della guerra aerea vissuta sino a quel momento dallhronautica
             italiana, in contrasto evidente con la sua apparente modernità, forte dd suo grande
             patrimonio morale e tecnico basato sugli innumerevoli primati conquistati, rimasti
             però fine a sé stessi in quanto inattuati e non tradotti in concrete manifestazini tec-
             nologiche, d'armamento o di volo, in cognizioni professionali che andavano al di là
             degli aspetti più semplici della navigazione aerea e che il confronto con gli alleati
             tedeschi ed il  perfezionismo inglese aveva  messo crudamente in evidenza.
                  Tuttavia, esulando dagli aspetti critici ed autocritici che l'esperienza di guerra
             del CAI aveva evidenziato, restava pur sempre valida la sua partecipazione ed il ba-
             gaglio prezioso delle  sue  esperienze vissute e che non andava disatteso.
                ·  Nelle poche occasioni di confronto bellico, quante cioè se ne presentarono ai
             cacciatori italiani nei due mesi di attività di guerra sul fronte della Manica i nostri
             piloti si erano battuti con decisione ed impeto contro l'agguerrito nemico, non ave-
             vano mai disdegnato lo scontro diretto cercando sempre il combattimento in casa
             del nemico, quasi a provocarlo apertamente sui cieli dell'Inghiltérra pur nella obiet-
             tiva convinzione di possedere aeroplani insufficienti al confronto qualitativo,  m!l
             ·solo volontà combattiva, entusiasmo, fede di soldati. Erano questi. gli elementi di
             valore morale su cui faceva assegnamento lhronautica, basando le proprie speranze
             essenzialmente sull'aspetto umano della partecipazione italiana, unico valore sicuro
             in una situazione qualitativa carente che aveva ampiamente dimostrato i suoi limiti
             e possibilità.                                  .
                  Accomunati ai cacciatori in una ideale comunione di intenti, erano da annove-
             rare i piloti e gli equipaggi dei bombardieri, coraggiosi e impavidi, che avevano su-
             bìto in  proporzione  le  perdite più gravi,  i  sacrifici  maggiori  e le  sofferenze  più
             elevate.
                  Erano sufficienti queste valutazioni d'assieme, indipendentemente dai risultati
             materiali ottenuti, a dimostrare chiaramente ad amici e nemici che, anche pilotando
             un modesto biplano o un carente bombardiere, era possibile affrontare con determi-
             nazione l'avversario sotto forma di un temibile «Spitfire» a 8 mitragliatrici o l'inten-
             so fuoco dei cannoni contraerei, asserviti al radar e ai riflettori, battersi senza timo-
             re alcuno guardando fermamente negli occhi l'avversario ndla convinzione che era
             certaqtente possibile batterlo, con grande forza d'animo ancor prima che col signifi-
             cativa ed inequivocabile linguaggio delle armi, col coraggio, con la bravura profes-
             sionale compensata con estro e intelligenza, nella serena consapevolezza di fare inte-
             ramente il proprio dovere anche se questo significava sotto l'aspetto pratico un sacri-
             ficio estremo.
                 n C.A.I. iniziò il suo ciclo operativo il 20 ottobre con 202 velivoli e terminò
             la sua attività il23 dicembre con 164 velivoli, avendone persi 38 nei voli di trasferi-
             mento, nelle esercitaziopi, nei voli di guerra. Le perdite inflitte alla RAF,  anche se
             non confermate ufficialmente, assommavano a 9 tra «Hurricane» e cSpitfire» sicu-
             ramente abbattuti, 6 probabili e 16 colpiti e danneggiati. n bombardamento· aveva
             colpito obiettivi militari e portuali nell'Inghilterra sudorientalè.


             c)  Grecia

                 Il 12 ottobre 1940 i tedeschi occuparono la Romania per assicurarsi la produ-
             zione dei ricchi pozzi petroliferi rumeni .. Hitler non ne aveva informato Mussolini,

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