Page 95 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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l' «Adler Angriff» vero e proprio, modificando a seconda delle circostanze consisten-
za e metodi d'attacco, centri da colpire, frequenze delle incursioni e modalità
tecniche.
Le misure preventive stabilivano nell'ordine:
l) Conseguimento del predominio nel cielo (settori dell'Inghilterra meridionale e
sud-orientale) mediante neutralizzazione delle forze aeree nemiche.
2) Indebolimento dell'Home Fleet mediante attacchi nei porti, nelle basi navali e
alle navi in navigazione, con l'intento di far spostare verso i porti della costa
nord-orientale il grosso della flotta da guerra inglese.
3) Distruzione specifica dei reparti da caccia della RAF e delle loro basi avanzate,
per facilitare: le incursioni di bombardieri e "Stukas, anche in zone lontane dal
raggio di autonomia della caccia tedesca. Un incarico particolare tendente a di-
struggere sistematicamente le stazioni radar dell'Inghilterra meridionale, venne
affidato al210° Gruppo speciale d'attacco (Distruttori Bf. 110), con il compito
di aprire dei varchi nella catena radar.
La forza complessiva iniziale delle tre Flotte aeree prescelte per l' «England
Blitz» ascendeva a 2.450 aerei di l • Linea (suddivisi in 949 bombardieri, 336 "Stu-
kas,, 869 caccia, 268 distruttori, 28 bombardieri a grande raggio), contrapposti a
1.930 aerei di prima linea della Royal Air Force (suddivisi in 704 caccia, 166 caccia
pesanti, 855 bombardieri bimotore, 205 velivoli della difesa costiera). Esisteva
quindi una superiorità numerica tedesca di circa il 30%.
La data dell'8 agosto 1940 inizialmente prescelta venne differita al giorno 13
per motivi meteorologici, e quindi, da un punto di vista storico, tale data segna ef-
fettivamente l'inizio della «Battaglia d'Inghilterra» per la RAF e l' «.Adler Tag» per
la Luftwaffe.
I presupposti strategici delle operazioni programmate non vennero raggiunti
cosl come erano nel pensiero tedesco e convinsero in definitiva il Fiihrer ad abban-
donare l'idea di invadere l'Inghilterra.
Fra le alterne vicende che caratterizzarono con le varie fasi operative lo svolgi-
mento della «Battaglia d'Inghilterra» s'inseriscono anche le operazioni di guerra ef-
fettuate dal Corpo Aereo Italiano (CAI) che fu presente nell'England Blitz con circa
200 aerei fra bombardieri e caccia, inseriti in un arco di tempo che va dalla fine
del mese di ottobre a tutto il dicembre 1940.
La partecipazione dellhronautica italiana può collocarsi sotto il profilo stori-
co all'inizio del terzo ed ultimo ciclo operativo della Lu/twaffe, quando i due antago-
nisti diretti avevano da tempo esaurito iniziativa d'azione, entusiasmo e capacità of-
fensiva e si fronteggiavano non già con la foga e volontà dei primi mesi dell'England
Blitz, ma con la forza della tenacia temperata dallo sforzo, dalle severe perdite subì-
te, dalla prudenza di !imitarle nel minor numero possibile.
Questo era dunque il clima psicologico, tattico e strategico dell'England Blitz
quando il CAI s'insediò nelle basi aeree del Belgio per combattere ringhilterra, in
un momento psicologicamente superato della battaglia e con le operazioni oramài
in fase di stanca.
È stato detto e scritto a più riprese che la partecipazione italiana fu essenzial-
mente ispirata da motivi politici prima ancora che da quelli etici, militari e strategici
e lo si dovette essenzialmente alla volontà di Mussolini, che a più riprese offrì al
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