Page 130 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Le  relazioni disponibili della P.A.l. (ll) riguardavano la censura del-
               le corrispondenze da e per l'Africa.  Erano redatte quindicinalmente dal-
               l'Ispettorato Generale del Corpo e dirette al  Gabinetto della  Guerra;  da
               esse si ricava l'unico dato certo che nel  1941 entusiasmo e consenso,  fra
               l'alternanza di alti e bassi legati agli avvenimenti ora favorevoli ora sfavo-
               revoli della guerra, andarono progressivamente scemando, come fu  certo
               il dissolversi dell'illusione di una guerra rapida( ... L'idea di una risoluzione
               rapida del conflitto si è allontanata.  Si prevede una guerra lunga e dura ... ).  Fino
               a  marzo-aprile le  segnalazioni indicarono uno stato di profondo smarri-
               mento e depressione della  truppa ( ...  qui  nessuno  ci ascolta  ... ;  ...  anche qui
               le cose si mettono male ... ; ... se va bene fra qualche mese ci vedremo a "porta inferi"
               (sic)  ... ; ... se  vedi che  non  scrivo più vuoi dire  che  siamo prigionieri  o morti  ... ;
               ...  il mio destino ormai si è bene capito.  Sono  nato al principio della guerra e dovrò
               morire in guerra  ... ).  Anche la popolazione civile residente in Africa espri-
               meva altrettanta  apprensione per un futuro  sempre più nero  e pieno  di
               dolorose  incognite.
                    Da aprile in poi, con il  capovolgimento delle sorti militari e nono-
               stante l'apparente favorevole situazione delineatasi sugli altri fronti,  non
               vi fu euforia in civili e militari, sempre più preoccupati dalla lunga per-
               manenza in linea senza avvicendamenti e rimpatri, dalle disastrose situa-
               zioni economiche dei congiunti in Patria, dalle condizioni di vita sempre
               più disagiate.
                    Evidenti gli sforzi dei censori di mettere in luce, attraverso brani stral-
               ciati dalle lettere, il valore dei combattenti, l'amor di Patria, lo spirito di
               sacrificio,  la  resistenza  alle  fatiche  e ai  disagi,  la speranza  nella  vittoria
               definitiva anche  nei momenti bui (  .. : abbiamo sparato dalle tre al tramonto.
               Aspettiamo che stanotte tornino.  Il morale è ottimo e stiamo tranquilli ... ; ...  È un
               delitto  abbandonare la  Patria  ... ;  ...  non fa  niente  la  sabbia,  il ghibli,  la tenda,
               questo  non è niente ... ; ...  nella guerra è l'ultima battaglia che conta.  E sta sicura
               che  l'ultima segnerà  la  vittoria  ... ).
                    Uguali gli sforzi per attestare una instancabile fiducia  -  più fatali-
               stica  che intimamente sentita -  nel Duce ( ...  il nostro  Duce dice  ... ;  ...  c'è
               di  mezzo  l'onore del nostro  amato  Duce  ... ; ...  il Duce provvederà  ... );  ma,  con-
               temporaneamente, i soldati non mancarono di inveire contro i responsa-
               bili  della  guerra  ( ...  qualcuno  pagherà  ... ),  di  addossare  ai  vertici  le  loro
               sofferenze, di recriminare nei confronti degli ufficiali, soprattutto di quel-
               li  giovani.


               (11)  Le  relazioni  sono  in A.U.S.S.M.E.,  Fondo  Hl.


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