Page 132 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 132

settentrionale;  ma,  parallelamente,  sottolineavano  ansie  e preoccupazioni
                per la situazione in Africa orientale, per la minaccia d'intervento degli Sta-
                ti Uniti, per il previsto invio del Corpo di spedizione in Russia,- gli Uffi-
                ciali in Libia espressero feroci critiche, poiché per tale esigenza ritenevano
                distratte dall'Africa le migliori forze e i migliori armamenti - per i disagi
                economici,  per il  caroviveri.  Fino  a segnalare,  a  fine  anno,  un vero  coro
                di proteste per le disastrose condizioni economiche e serie preoccupazioni
               per il turbamento dell'ordine pubblico (in molti paesi e città d'Italia cortei
               di donne protestarono o assaltarono forni e negozi per la carenza di pane).
                    La documentazione più organica e completa sulla censura (disponibi-
               le presso l'archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito) è
               costituita dalla raccolta delle relazioni quindicinali sulla revisione delle cor-
               rispondenze, eseguite presso le Commissioni Provinciali e redatte dal S.l.M ..
                    Le relazioni -  anche se concise ----:- sono minuziose, articolate secon-
               do  uno schema che analizza  e valuta la  situazione nel  Paese,  negli  scac-
               chieri operativi, all'estero (l5>.  L'oggettività dei giudizi desunti dalle lettere
               sono al di fuori di ogni sospetto: niente viene omesso o travisato dal com-
               pilatore. Soltanto a  partire da settembre si  avvertono forzature  di  inter-
               pretazioni intese però soltanto a salvaguardare la  dignità ed il sacrificio
               delle truppe combattenti, di cui ostinatamente i compilatori misero in evi-
               denza "l'amor patrio e lo spirito combattivo"; ma, allo stesso tempo, essi
               sottolinearono con puntigliosità tutte le lamentele, le preoccupazioni, gli
               stati  d'animo e  i  momenti  di  depressione  degli  stessi  combattenti.
                    Va detto, per inciso, che il compito prioritario della censura milita-
               re, quello di tutelare la sicurezza e il segreto delle operazioni militari, sem-
               bra  disatteso  nelle  relazioni.  Dopo  sporadiche  e  generiche  indicazioni,
               soltanto  a  partire da ottobre,  con  allarmismo,  il  censore annotò:  "quasi
               esatta conoscenza,  attraverso le corrispondenze,  dei  movimenti delle truppe,  dell'or-
               ganizzazione dei mezzi di trasporto e degli accantonamenti".  E più avanti, a no-
               vembre  e dicembre,  vi  fu  manifesto timore,  perché l'invio  di  notizie  di
               interesse militare diventò  un fenomeno  preoccupante.  La  sola  Commis-
               sione di Trapani tolse dalla circolazione, per tale motivo,  1.500 corrispon-
               denze  su  un totale  di  7.000  esaminate dal  15  al  30  ottobre.
                    La  prima osservazione di  rilievo -  che si  ricava dalla lettura delle
                relazioni  -, è la  stanchezza  per la  guerra  nel  Paese.  Il  timore costante
               per l'allargamento del conflitto, si tradusse in frasi disfattiste e in un diffuso



               (15)  A partire da maggio, quando il servizio informazione assunse il totale controllo della
                    corrispondenza estera, redasse a parte apposite relazioni quindicinali sulla posta estera.


                130
   127   128   129   130   131   132   133   134   135   136   137