Page 146 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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con quello tedesco: un confronto che susctto prima ammirazione (per
l'equipaggiamento, per le armi, per i mezzi, per il rancio), poi invidia,
e infine rancore, quando fu chiaro che i tedeschi non solo vivevano e com-
battevano in condizioni migliori, ma accentravano anche tutti meriti, so-
prattutto quando la sorte era favorevole.
Non vorremmo trarre affrettate e definitive conclusioni nel chiudere
questo studio; abbiamo anticipato, nel corso dell'esposizione, alcune im-
pressioni e riflessioni, desunte dai documenti.
Ma vorremmo !imitarci solo ad esse, anche se personalmente, siamo
fermamente convinti - e lo ribadiamo - che dallo studio della. c~ns~ra
e della propaganda si ricava un unico dato certo: il declino del consenso
al fascismo.
In ciò, il 1941 fu l'anno determinante e, a ben considerare, in una
posizione di giusto equilibrio fra le due opposte tesi finora sostenute dalla
storiografia: un equilibrio stabile, tra chi ha sempre voluto scoprire, ed
insistere, una Italia tutta antifascista fin dagli anni trenta o almeno afasci-
sta dall'entrata in guerra, e chi altrettanto forzatamente e tardivamente
ha giudicato il 1943 l'anno della svolta. L'una e l'altra tesi non rendono
giustizia, né agli avvenimenti né ai documenti.
La situazione venutasi a determinare nel 1941, spiega efficacemente
la svolta tra il consenso unanime ottenuto dal fascismo fino al 1940 e im-
provviso "voltafaccia" del 1943: se lo studioso non riesce a cogliere que-
sto giro di boa, sarà costretto sempre a stupirsi e meravigliarsi del 25 luglio
e dell'S settembre 1943, altrimenti inspiegabili. Stupore e meraviglia de-
rivano, invece, da ben altro, all'infuori di ogni retorica: nonostante la ca-
tastrofica situazione generale messa in evidenza dalla censura, dai notiziari
informativi e dalle relazioni sulla propaganda, nonostante la carente assi-
stenza, nonostante le pretestuose e inefficaci tesi della propaganda, nono-
stante il disfattismo,- opportunistico, religioso o ideologico-, nonostante
le battaglie perse, nonostante tutto, il soldato italiano tenne per altri due
anni oltre ogni accettabile ragionevole limite, su tutti i fronti. E le reclute
e i richiamati, tanto poco affidabili nel Paese, al fronte si trasformarono
in combattenti credibili.
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