Page 153 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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dichiarazioni paradossali, che facevano  risultare ancora più chiaramente
            la realtà della situazione: gli argomenti sui quali il federale teneva le  sue
            conferenze del "sabato fascista"  riguardavano "la grande identità di cul-
            tura degli  italiani con i  tedeschi  e la  perfetta somiglianza  fisica  dei  due
            popoli"; "l'orgoglio degli italiani di essere vassalli dei tedeschi"; "la gran-
            de ambizione degli italiani di essere presenti nei campi di lavoro tedeschi
            per far sviluppare l'economia tedesca pur se a evidente detrimento di quella
            italiana"; "l'intima soddisfazione degli italiani di privarsi del cibo e delle
            altre cose necessarie per il paese, per far  prosperare la grande Germania
            e il suo popolo" < 1 5).  Quando l'Italia mandò un corpo di spedizione in Rus-
            sia, il segretario federale commentò la notizia dicendo che "era giusto invia-
            re soldati italiani nella patria di Stalin, ove imperava il capitalismo e ove
            il più spinto bigottismo religioso  aveva accecato i russi" < 16 ):  questi sono
            solo  alcuni  esempi,  in sintesi,  dei  testi  elaborati  da  E.  Nissim.
                 Da una parte l'informazione concreta e dettagliata- secondo la for-
            mula truth and consistency < 17 )  -  e dall'altra il paradosso furono dunque le
            armi tra le più usate da Radio Londra (lS).  Gli inglesi ebbero sempre ben
            chiara la realtà che gli  italiani non amavano una guerra che veniva fatta
            a spese della classe media e basso-borghese e dalla classe operaia e lavora-
            rono molto in questa direzione, nel redarre i testi, anche con l'arma dell'i-
            ronia  più  caustica,  che  si  affiancò  efficacemente  all'informazione  e  al
            paradosso.

                 Vi furono anche argomenti che Radio Londra evitò con cura di trat-
            tare: il primo e il principale riguardò, secondo le direttive date nel docu-
            mento  del  20  settembre  1940,  la  famiglia  reale  italiana,  in  quanto  la
            monarchia e il  suo  comportamento  nei  confronti  del fascismo  venivano
            considerati un problema interno italiano e mai furono oggetto di attacchi
            o di commenti ironici. Le molte relazioni inviate dagli ambasciatori ingle-
            si  a  Roma,  ante guerra,  e quelle  dell'ambasciatore presso la Santa Sede,



            (15)  V. ad esempio Il segretario federale parla Mussolini,  di Elio Nissim, testo del29luglio
                1941,  uno  dei  più sarcastici  della  serie.
            (16)  Trasmissione  dell'l1.8.1941.
            (17)  Cfr.  Radio  Londra.  1940-1945,  cit.,  p.  XIII  e  nota  l, stessa  pagina.
            (18)  Oltre alle notazioni sopra ricordate relative ad alcune caratteristiche degli italiani,
                il documento del 20 settembre avvertiva:  " ...  that the  Italians are  now starved of the
                truth from  day to day; that the truth for them has been systematically twisted during the past
                seventeen years.  Therefore first and foremost give them facts.  And secondly give them illumina-
                ting  background ... "  in Radio  Londra.  1940-1945,  cit.,  p.  CXIII.


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