Page 157 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Lo  scopo finale  degli  inglesi  nel trattare con ampiezza questo argo-
           mento a Radio Londra, risulta evidente riguardando le direttive del docu-
           mento del24 novembre  1941, ove è scritto che sarebbe stato auspicabile
           che  il governo italiano subisse  rapidamente un profondo  cambiamento,
           proprio ad opera e con il concorso di quei generali ancora fedeli agli idea-
           li dell'Italia risorgimentale e democratica: era chiaro che occorreva pilota-
           re attentamente la sconfitta del fascismo, già relativamente vicina, per non
           avere in seguito pericolosi disordini e anarchia. Le  forze  armate italiane
           dovevano essere compatte, per poter realizzare l'auspicato cambiamento
           di regime e contrastàre efficacemente la dura reazione tedesca: quindi non
           dovevano essere umiliate più di quanto già non lo fossero per i fallimenta-
           ri  risultati  ottenuti.

                Gli italiani poi non dovevano dimenticare che la  Germania era per
           loro  un nemico:  l'avevano  combattuta  nella  Grande  Guerra  e vinta  nel
            1918, grazie ai britannici; i tedeschi avevano nei confronti dell'Italia gli
           stessi obiettivi che nella guerra precedente, e cioè lo sfruttamento econo-
           mico e militare dell'Italia.  Con un governo saggio  e migliore dell'attuale
           che voleva legare l'Italia al giogo dei tedeschi, anche questa volta gli italia-
           ni  avrebbero  potuto vincere  il  nemico  di  sempre.
                Già nel novembre del 1940 gli inglesi avevano compreso con grande
           chiarezza che l'Italia si trovava in una situazione assai difficile, che sareb-
           be diventata ben presto disperata. Ma la Note for guidance ... del novembre
            1940 termina con una acuta notazione sul fatto che non era ancora giunto
           il momento di fare appello agli italiani perché cambiassero fronte:  essen-
           do l'Italia in guerra con l'Inghilterra, poteva risultare estremamente peri-
           coloso e controproducente sostenere e incrementare il già diffuso  antifa-
           scismo, chiedendo contemporaneamente agli italiani di allearsi con gli amici
           di un tempo, ora "nemici", perché se si poteva contare su un sentimento
           diffuso contro il regime, si doveva altresì tenere nel dovuto conto la lealtà
           di un popolo alla patria in guerra. Era dunque più saggio far comprende-
            re  dapprima agli  italiani che  il loro  destino  sarebbe migliorato  notevol-
           mente con un governo diverso. Solo quando altri uomini, migliori, avessero
           detenuto il potere in Italia, allora  si  sarebbe potuto operare nel senso di
           far capire agli italiani che si dovevano rivolgere agli inglesi per avere giu-
           stizia, e cioè abbandonare al suo destino il loro vero nemico, la Germania.
                Le  articolate istruzioni dei due Ministeri inglesi furono con cura se-
           guite anche per quel che concerneva bollettini di guerra e notizie sull'an-
           damento del conflitto: furono rese note cifre attendibili, con tutti i riscontri



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