Page 240 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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dÒVe'occorrevano dipese dai fronti "immaginari" (non solo Iugoslavia ma
anche Svizzera, Francia meridionale, Corsica e Grecia) che mulinavano
nelle velleità di Mussolini via via bloccate dai veti tedeschi e attardate dal
freno che Badoglio vi applicava senza però tentar di indirizzare la relativa
·abbondanza verso il suo rivale in Libia < 4 5l. Né qui interessa congettura-
re se - a parità di corazzati e di qualità professionali - Graziani, quan-
d'anche saturato di automezzi, avrebbe poi conseguito risultati migliori
di quelli realmente ottenuti.
Nel periodo 28 ottobre 1940- 27aprile 1941 non vi erano più veicoli
inutilizzati perchè alcuni fronti "immaginari" si erano risvegliati ingoian-
do a mano a mano 29 divisioni in Albania e infine 14 (per breve tempo)
verso la Iugoslavia. Comunque la situazione dei trasporti marittimi non
consentiva maggiori invii italiani in Libia sia per l'aumentata minaccia
nemica sia per le capacità ricettive dei porti africani impegnate dal tra-
sporto delle forze di Rommel.
Nel periodo maggio 1941 -novembre 1942, i fronti veri e propri (A.S.
e Russia) impegnavano un modesto numero di divisioni: contemporanea-
mente mai più di 10 fino alla piena estate 1942 e non oltre 18-20 da fine
luglio in poi. Le disponibilità di autoveicoli si mantenevano perciò eleva-
te. Ad esempio il 17 luglio 1941 Cavallero (non calcolando né quelli già
in Russia col CSIR né la BalcaÒ.ia tutt'intera) annotava: "A.S. 10.500 di
cui 4.000 in riparazione, Albania 8.000 di cui 3.200 in riparazione, Ita-
lia 29.000 di cui 10.000 in riparazione". Senonché la situazione delle rot-
te e dei porti non avrebbe consentito maggiori invii in A.S., tranne
parzialmente nel febbraio-aprile 1942 quando però l'aumento delle forze
in Russia, i fronti "potenziali" (Francia) nonché quelli "ignorati" (alme-
no dalle comunicazioni di massa, cioè la Balcania) esercitavano notevolis-
sima azione succhiante. Tuttavia le nostre truppe in Russia non furono
mai povere di automezzi: 4.600 subito aumentati a 5.500 per i 60.000
uomini del CSIR e 17.830 (di cui 1.130 trattori) per i 229.000 dell'Sa
Armata: ossia - rispettivamente - un autoveicolo ogni 11 uomini e ogni
meno di 13 uomini, ricordando anche i 4.470 motomezzi. Disponibilità
più che notevole per l'epoca anche a paragone delle divisioni di fanteria
tedesche sullo stesso fronte. Se poi l' ARMIR fu disfatto mentre muoveva
prevalentemente a piedi, ciò dipese da cause diverse dal numero dei veicoli
(45) E. Faldella, L'Italia ecc., cit., p. 240. MacGregor Knox, La guerra di Mussolini
1939-1941, Milano, Editori Riuniti, 1984, (ed. or. inglese 1982), p. 256 e n. 126
a p. 291.
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