Page 112 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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112 LUCIO CEVA
( ... ) se oggi, per mezzo di un armistizio, la Russia avesse tempo sei mesi per
riorganizzarsi, noi avremmo, dopo questo periodo, di fronte un nemico contro
il quale dovremmo nuovamente difenderci. Trovare una linea che assicuri tan-
to a noi quanto ai russi i necessari viveri, materie prime e petroli ecc. è cosa
impossibile.
D'altra parte la guerra in Africa non era, secondo Hitler, una que-
stione di forze bensì di trasporti marittimi e perciò l'assenza della Russia
come avversario non avrebbe reso disponibili mezzi di quel genere. Nem-
meno lo spostamento in massa della Luftwalfe dall'Est al Mediterraneo avreb-
be giovato: sarebbero infatti occorsi sei mesi per preparare le nuove basi
e "dovremmo inoltre abbandonare le basi in Russia con la prospettiva di
impiegare poi sei-otto mesi per rifarle in caso di ripresa". Insomma, per
Hitler, l'accordo con la Russia rappresentava la "quadratura del circolo".
Non esistevano alternative alla prosecuzione a fondo della lotta.09)
Non ci addentreremo qui in raffronti fra le dosi di ideologismo e di
pragmatismo che animavano Hitler e Mussolini nella rispettiva conside-
razione dell'URSS, di Stalin e della guerra all'Est.
Basterà osservare, quanto al duce, che la sua più cospicua manifesta-
zione "pragmatica" sembra da ravvisare nell'osservazione registrata daCia-
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no il l luglio 1941 secondo la quale Hitler, invece di proclamare crociate
antibolsceviche, avrebbe dovuto ammettere che "voleva abbattere una po-
tenza continentale che aveva carri da 52 tonnellate e che si preparava a
saldar gli il conto". (20)
Ma anche Hitler, va pur riconosciuto, una sua dose di pragmatismo
l'aveva dimostrata nel 1939 rimangiandosi anni dianti-bolscevismo e con-
cludendo con Stalin l'accordo che tanto aveva contribuito a precipitare
il pianeta in una nuova guerra.
(19) D.D./., citati alla nota precedente. L'assoluta ragionevolezza di tali argomenti mili-
tari non esclude naturalmente l'irrinunciabilità politica hitleriana alla lotta contro
l'U.R.S.S. per la quale rinviamo a tutta l'opera di A. Hillgruber e in particolare
alla sua Storia della seconda Guerra mondiale, Roma-Bari, Laterza, 1987 (ed. or. 1982),
p. 105-108, 125, 234 nota 36 e passim. Beninteso tutto ciò non impediva che in
Germania, dove ormai dilagava il pessimismo, perfino alcuni responsabili finissero
per aggrapparsi in cuor loro alla speranza che una simile pace divenisse comunque
possibile. E poiché sopravviveva la credenza che Mussolini esercitasse qualche in-
fluenza su Hitler, il dittatore italiano conobbe un effimero ritorno di popolarità
in qualche ambiente tedesco: F.W. Deakin, cit., p. 90.
(20) G. Ciano, Diario, l luglio 1941.
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