Page 115 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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MOMENTI DELLA CRJSI DEL COMANDO SUPREMO 115
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riusciranno mai a varcare". <5) La praticità del suggerimento si commenta
da sola. Incidentalmente può osservarsi che "l'idea" del "vallo", tradotta
in termini militari quali probabilmente Mussolini neppure sospettava,
avrebbe portato al perfetto contrario di quanto andranno (invano) predi-
cando a Hitler i maestri della guerra celere tedesca e segnatamente il Man-
stein, temporaneo salvatore del fronte orientale nel marzo 1943. Cioè niente
"valli", ma difesa manovrata con arretramenti e ritorni offensivi, ben più
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pericolosi per i sovietici di qualunque resistenza "a oltranza". < >
Comunque e nonostante le ricordate lettere 9 e 26 marzo che - per
l'aspetto fronte orientale - erano già repliche al precedente diniego del
Fiihrer (ribadito con lettere 16 febbraio e 14 marzo 1943), Mussolini tor-
nerà sulla necessità e possibilità di "chiudere il capitolo Russia" nei collo-
qui con Hitler a Klessheim del 7-10 aprile 1943, pare con insistenza
maggiore di quella attestata dai verbali ufficiali dell'incontro.< 27 > Ma sem-
pre senza alcun risultato.
Un'occhiata agli accennati promemoria del Comando Supremo (su-
pra nota 11) conferma che a Palazzo Vidoni anche i commenti alle battute
dei capi politici circa la fantasticata "soluzione Russia" divenissero occa-
(25) D.D.l. IX, X, n. 95 (p. 128-132) e n. 159 (p. 199·200), lettere che rispondono
a quelle 16 febbraio e 14 marzo 1943 di Hitler (lvi, n. 31, p. 37-46 e n. 116, p.
149-152). Durante il soggiorno romano di von Ribbentrop (25 febbraio· l mar-
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zo 1943) nel colloquio del 26 febbraio in cui - a fronte di Ribbentrop, del gen.
Warlimont e del cap. Hausbrandt, stavano, oltre a Mussolini e a Bastianini, Am-
brosio e un colonnello italiano - si parlò solo di Croazia (D.D./. cit., n. 61, p.
84-87). Il giorno prima, 25 febbraio, in assenza di militari italiani, e come risulta
dalla documentazione tedesca studiata da F.W. Deakin cit., a p. 188-189, Ribben·
trop escluse la possibilità di accordi con l'U.R.S.S. e preannunciò anzi una nuova
offensiva allo scopo di dare sicurezza ai territori ucraini, ricchi di risorse. All'incir-
ca le stesse cose Ribbentrop ripeté al Re durante l'udienza del 27 febbraio (P. Pun-
toni, Parla Vittorio Emanuele III, Milano, Palazzi, 1958, p . 121·122). Non risultano
particolari interventi di Bastianini benché alla data 23 febbraio 1943 del cosiddet-
to diario Ambrosio (poco più di un elenco di appuntamenti) si legga: "Ricevuto l'Ecc.
Bastianini: ha annunciato la visita del ministro Ribbentrop e del gen. Warlimont; lo scopo
del viaggio riguarda essenzialmente la parte diplomatica, l'Ecc. Bastianini presume però che
verrà anche esaminata la situazione generale della guerra. Egli sosterrà il punto di vista della
difensiva al fronte orientale e della preminente importanza dello scacchiere mediterraneo":
N.A.R.S., T 821, ree! 144 frame 000811.
(26) E. Von Manstein, Verlorene Siegen, 1955, che leggo nella traduzione spagnola Victo-
rias frustradas, Barcelona, Caralt, 1956, p. 363-366, 400-401, 437-439, 505-523
e passim. B. H . Liddell Hart Storia militare, cir., p. 680.
(27) R. De Felice, cit., p. 1298-1301.
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