Page 113 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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MOMENTI  DELLA  CRISI  DEL  COMANDO SUPREMO                       113

                    Tralasciando di stabilire a chi dei due spettasse il primato del reali-
               smo,<21>  è facile però constatare come in Hitler la carica ideologico-razziale
               che lo  faceva arretrare di fronte alla sola ipotesi "pace separata" era pur
               sempre nutrita di  ragioni  militari difficilmente contestabili.  Infatti  se la
               convenienza di scatenare nel  1941 l'operazione  "Barbarossa" è  tutt'ora
                                   22
               discutibile e discussa < > non altrettanto può dirsi della probabilità di con-
               cludere più tardi una pace con l'URSS così solida e duratura da consenti-
               re  di indirizzare stabilmente ad Ovest il peso bellico  del Reich.  Solo  fra
               il  settembre  1939 e la  primavera  1940 la  Germania era  stata libera  ad
               Occidente e non insidiata alle spalle dall'URSS. Però quel "miracolo" non
               era frutto del patto Ribbentrop-Molotov, ma -  al contrario -  lo  stesso
               patto e la libertà d'azione tedesca erano dipesi solo dalla previsione stali-
               niana (condivisa del resto in tutto il mondo) di un lungo e penoso impe-
               gno militare tedesco in Francia. Tanto è vero che, delineatosi invece il rapido
               crollo francese,  Mosca aveva immediatamente assunto tutt'altro atteggia-
               mento (annessione delle repubbliche baltiche, della  Bessarabia e  perfino
               della  Bucovina settentrionale).  Da allora  Hitler aveva  rifiutato  di  impe-
               gnarsi a fondo in Occidente prima di avere cancellato il pericolo a Oriente.
                    Fallita l'impresa sia nel1941 sia nel1942, quale nuovo "patto" avreb-
               be mai potuto regalargli la sicurezza alle spalle indispensabile per l'impegno
               all'Ovest nelle misure pretese da un Mussolini terrorizzato dall'imminen-
               za della fine politica e personale? Nella situazione militare del 1943 come
               si sarebbe potuta risuscitare anche solo un'intesa basata su dinamismi "di-
               vergenti" che, proposta nel novembre 1940 in verità più da von Ribben-
               trop  che  da  Hitler,  era  stata  rifiutata  da  Stalin  pur  di  fronte  ad  una
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               Germania all'apogeo  della  sua  potenza? <3>
                    Insomma il nodo, allora politico-militare ed oggi storico, non riguar-
               da la  possibilità di una pace  tra URSS  e Germania bensì  di una pace  così



               (21)  Rinvio alla  disamina  del punto in R.  De  Felice,  cit.,  p.  1278-1289.
               (22)  Fra gli altri: K. Assman, Anni fatali per la Germania,  Roma,  Garzanti,  1953  (ed.
                   or.  1950), specie p.  139-164; A.  Hillgruber, La strategia militare di Hitler,  Milano,
                   Rizzoli,  1986 (ed. or. 1965), e "La politique et la stratégie de Hitler dans le bassin
                   méditerranéen", in La guerre en  Méditerranée,  Parigi,  CNRS,  1971,  p.  139-15 7; L.
                   Gruchmann, Les occasions stratégiques manquées des puissances de l'Axe dans le bassin Mé-
                   diterranéen  1940-41, ivi, p. 159-180; L. Ceva, "'La strategia militare di Hitler, il Me-
                   diterraneo e il  pensiero ipotetico",  in Storia contemporanea,  6/1987, p.  1513-1528.
               (23)  Nazi-Soviet relations 1939-1941, Washington Department of State, 1948, p. 217-254
                   e  258-259.









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