Page 126 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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126 LUCIO CEVA
Nel periodo ora in esame (dal gennaio 1943 alla caduta della Tuni-
sia il 13 maggio successivo) la situazione era la seguente. In due basilari
conferenze Hitler-Raeder del 19 novembre e del 22 dicembre 1942 si era
in sostanza cercato di gettare nuovamente le basi, col poco di cui ormai
si disponeva, dell'ipotesi controffensiva (porti settentrionali della Spagna).
Infatti, nella prima conversazione, il Fiihrer e il Grande Ammiraglio ave-
vano convenuto sul punto che si doveva difendere ad ogni costo la Tuni-
sia ma che, dopo la sua eventuale caduta, la mossa più convenìente per gli
anglo-americani sarebbe stata l'invasione della penisola iberica. Nel collo-
quio del 22 dicembre, Raeder aveva insistito sui pericoli di un'iniziativa
nemica in Spagna impressionando Hitler che parlò in effetti di prevenire
tale mossa con un'occupazione dell'intera penisola, Portogallo compreso.
Ma dagli ordini poi impartiti al Feldmaresciallo Rundstedt, e ancor più
dai vari piani elaborati da questi, risulta che l'iniziativa, mirata difensiva-
mente soprattutto al Nord della penisola, era del tutto armonizzata all'at-
teggiamento politico: nessuna pressione sulla Spagna, rifornirla di armi
contro impegno a difendersi se attaccata dagli anglo-americani secondo
il già richiamato protocollo del 10 febbraio 1943.< 51 >
Solo più tardi, tra la fine di aprile e l'inizio del maggio 194 3, fattasi cioè
evidente l'imminenza del crollo tunisino, idee un pò diverse affiorarono
fugacemente in ambienti militari tedeschi. L'ammiraglio Donitz, che da
gennaio aveva preso il posto di Raeder, formulò il concetto che la presa
di Gibilterra e in genere l'inclusione della penisola iberica nella "fortezza
europea" avrebbero ripagato della perdita della Tunisia. Ma le relative
proposte della Marina ammonivano espressamente che iniziative del ge-
nere sarebbero state opportune solo quando vi fosse stata la certezza dell'in-
tenzione avversaria di sbarcare in quella regione e sarebbero state realizzabili
unicamente con il consenso della Spagna. < > Su questo sfondo si colloca un in-
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contro a Roma ma senza presenza di italiani tra Kesselring e Donitz che era
giunto in Italia il 14 di quel mese per sondare gli umori dopo la caduta
segue nota
la direttiva n. 42, 29 maggio 1942 di Hitler in H. R. Trevor-Roper, cit., p. 148-150.
L'eventualità di sbarchi nemici nella penisola iberica "per dare respiro all'occupa·
zione di Gibilterra" era stata segnalata anche in un Promemoria italiano 5 settem-
bre 1942 del Servizio Informazioni Esercito: N.A.R.S. T 821, ree! 354, fr.
001070-001076.
(51) Documenti studiati in C. B. Burdick, cit., p. 168-183.
(52) Idem, p. 184-185.
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