Page 127 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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MOMENTI  DELLA  CRISI  DEL COMANDO SUPREMO                        127

                di Tunisi. Considerata la debolezza delle difese italiane i due alti ufficiali
                tedeschi pensarono che la situazione mediterranea sarebbe forse migliora-
                ta creando un diversivo in Spagna. Rientrato a Berlino il  15 maggio, Do-
                nitz  parlò  al  Fiihrer  di  un'azione  in  Spagna  ma  naturalmente  si  sentì
                rispondere che non vi si poteva neppure pensare senza il benestare di Fran-
                co, ormai ben altrimenti orientato. Hitler parlò anche delle temibili capa-
                cità di guerrilla tradizionalmente attribuite agli spagnoli. Donitz, esasperato
                dalle ormai insopportabili perdite dei suoi U-Boot, tornò alla carica il 31
                maggio proponendo allora di tentare la  distruzione degli impianti di Gi-
                bilterra con bombe radio-comandate da aerei. Ma Hitler non ne volle sa-
                pere sia perché mancava la certezza di raggiungere l'obiettivo dalla zona
                di Marsiglia sia per il timore che i britannici potessero poi studiare le ca-
                ratteristiche segrete di tali ordigni. Finalmente il  14 giugno Hitler, arren-
                dendosi alla realtà, ordinò la "temporanea" sospensione di ogni progetto
               oltrepirenaico e ripiegò sulla prima delle varie edizioni del già ricordato
               piano  ''Niirberg''. (53)
                    Insomma la brevissima "febbre" spagnola di Donitz e di Kesselring,
               del resto ben celata agli italiani, nulla aveva a vedere col concetto  mussoliniano
               di attraversare la Spagna  -  volente o no/ente Franco  -  per prendere alle spalle
               gli attaccanti in Tunisia. Tendeva casomai a un improbabile surrogato della
               ormai perduta posizione tunisina.  Essa  fu  scartata non solo  per carenza
               di forze ma soprattutto perché avrebbe aperto al nemico le porte del con-
               tinente.
                    Forse per l'ultima volta Mussolini accennò alla Spagna in una con-
               versazione coi giapponesi del25 giugno 1943 auspicando che l'Asse "riu-
               scisse a mettersi alle spalle di Gibilterra" . Ma la  battuta non fu  raccolta
               dai suoi interlocutori, il generale Shimizu e il vice ammiraglio Abe, oltre
               ad Ambrosio.<54)

                    Resta da esaminare la posizione di Ambrosia. Veramente la propo-
               sta in se stessa sembra poco confacente alla struttura professionale del Ca-
               po di Stato Maggiore Generale, senza "voli" come tutti dicono, e appunto
               per questo coi piedi "per terra", poco portato a fantasie gratuite. Tutta-
               via un indizio, per vero confuso, potrebbe forse riscontrarsi in alcuni scritti
               di Faldella. Nel 1954 il generale pubblicò su un periodico un documento
               senza  data  del  Comando  Supremo  intitolato  "Condotta  generale  della


               (53)  Idem,  p.  183-187.
               (54)  Verbale 25.6.43 N.A.R.S. T 821, reel125, fr.  000679-000683, cit.,'sopra a nota 46.









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