Page 143 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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L'S SETIEMBRE E LE FORZE ARMATE ITALIANE 143
L'Aeronautica tedesca, presente con la 2 a Luftflotte, aveva in ca-
rico 1607 velivoli (1117 da guerra e 490 da trasporto), dei quali 626
operativamente efficienti (216 caccia e d'assalto, 313 bombardieri, 69
ricognitori, 28 per la cooperazione).<l5)
Il rapporto numerico tra divisioni italiane e divisioni tedesche ha un va-
lore molto relativo, essendo diversi - notevolmente più elevati quelli tedeschi
- i coefficienti di potenza di fuoco, di mobilità e di manovrabilità delle une
e delle altre, qualsiasi fosse il tipo di grande unità (divisione di fanteria,
divisione corazzata, ecc.). Ancorché alcune divisioni tedesche non godesse-
ro della completezza organica, ciascuna di esse aveva una potenzialità ope-
rativa molto più elevata di una corrispondente divisione italiana dei vari
tipi. Delle divisioni italiane facenti parte del primo blocco: 8 erano in rico-
struzione perché reduci dal teatro operativo orientale e mancavano di per-
sonale, di armamento pesante e di artiglierie, l era in corso di completamen-
to, 14 (più 7 brigate) erano divisioni costiere, cioè costituite da personale
anziano a reclutamento regionale, disseminate su lunghi tratti di costa, an-
corate al terreno, prive di mezzi da trasporto e con poche artiglierie. Alcu-
ne delle grandi unità del primo blocco erano, inoltre, gravate dal compito
del concorso al mantenimento dell'ordine pubblico e altre da quello della
repressione dei movimenti armati sorti nella Venezia Giulia.
Durante i quarantacinque giorni, inoltre, scese in Italia una vera mi-
riade di unità non indivisionate dell'Esercito, della Marina, dell' Aeronau-
tica, della Controaerea, della Polizia, delle SS, che elevarono in misura molto
ragguardevole la potenzialità operativa delle forze terrestri tedesche in Italia.
Direttive e ordini del Comando Supremo e degli Stati Maggiori centrali
I vertici militari, come anche il Re e il governo, erano certi della rea-
zione tedesca e della sua violenza al momento della uscita dell'Italia dalla
guerra, sebbene ignorassero del tutto l'esistenza del piano "Alarico". Del
resto qualora avessero nutrito dubbi, sarebbero stati sufficienti a rimuo-
verli, fin dall'alba del 26 luglio, l'inizio della calata in Italia di ingenti for-
ze tedesche e i loro atteggiamenti e comportamenti da padroni di casa,
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o da vere e proprie forze di occupazione di un territorio ostile. 0 >
(15) V. in allegato n. 7, la situazione delle Forze aeree tedesche.
(16) I tedeschi affluiti in Italia si comportarono subitO da padroni. Essi inizialmente oc-
cuparono l'AltO Adige, imposero il proseguimentO dei loro trasporti ferroviari ver-
so sud, stabilirono distaccamenti lungo le linee di comunicazione e presso gli impianti
industriali, emisero una moneta di occupazione e dimostrarono di volersi compor-
tare come vere e proprie forze di occupazione, con numerosi atti di violenza indivi-
duali e collettivi. Non mancarono immediate e reiterate proteste da parte italiana.
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