Page 150 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 150
150 FILIPPO STEFANI
decisa, caso per caso, dagli stessi comandanti di gruppo d'armate e di ar-
mata, molto più propensi in genere a scendere a patti con i comandanti
tedeschi che non allo scontro aperto. L'autorizzazione implicita, e quasi
l'ordine, del "tutti a casa" derivò: dall'esempio dei vertici politici e mili-
tari, che, abbandonarono Roma, abbandono interpretato da tutti come
fuga; dallo scioglimento "temporaneo" di Superesercito disposto da Roat-
ta contro l'ordine ricevuto da Ambrosio; dalla resa della capitale. I com-
portamenti dei comandanti di gruppo di armate e di armata furono
sostanzialmente analoghi e la loro tendenziale uniformità rivela che i co-
mandanti operarono tutti in un generale clima di tensione e di incertezza
e nella convinzione della inapplicabilità delle direttive, delle memorie e
dei promemoria ricevuti o, quanto meno, della loro scarsa o nulla aderen-
za alla nuova situazione armistiziale, della quale vi fu un cenno solo nel
"Promemoria n. 2 ", l'unico chiaro e semplice che venne peraltro affidato
per il recapito a ufficiali corrieri, alcuni dei quali non raggiunsero in tem-
po i destinatari.
Delle forze terrestri alle dirette dipendenze del Comando Supremo,
blocco dislocato nei territori occupati e nell'Egeo: la 2 a Armata, fallita
in partenza la costituzione del grosso raggruppamento di divisioni, si dis-
solse in soli 3 giorni (XI corpo d'armata nella prima sera del giorno 9,
V corpo d'armata la sera del 10, XIII corpo scese a patti con i tedeschi
nel pomeriggio del giorno 10); il comando del gruppo armate est venne
circondato da forze corazzate e blindate tedesche e catturato il mattino
del giorno 11; il comando della 9 a Armata cessò di esistere a mezzogiorno
dell' 11 e le grandi unità dipendenti andarono via via sfaldandosi e dissol-
vendosi, dopo che alcune divisioni di fanteria (Perugia del IV corpo d'ar-
mata e Firenze del XXV) avevano tenuto testa ai tedeschi per più giorni,
mentre il comando del XIV corpo in Montenegro combatté fino al matti-
no del giorno 15 (aliquote della divisione alpina Taurinense, delle divisioni
di fanteria Venezia ed Emilia si unirono alle formazioni partigiane iugosla-
ve); l' 11 a Armata, posta alle dipendenze del comando misto del gruppo
di armate del sud-est, dové scendere a patti con tale comando, che la la-
sciò nominalmente in vita fino al 18 settembre con la promessa di far rim-
patriare il personale, che venne invece internato in Germania (le divisioni
di fanteria Pinerolo, Modena, Casale, Cagliari, Piemonte, Forlì, prima di de-
porre le armi, con loro aliquote, si batterono validamente). Le forze italia-
ne in Egeo, non sostenute dagli anglo-americani, che nulla fecero per il
loro rimpatrio come per quello delle altre grandi unità dei Balcani, con-
centratesi nei porti di possibile imbarco, dovettero via via deporre le armi
I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd 150 03/03/16 16:50

