Page 216 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 216
L'URSS DI FRONTE ALLA CADUTA DI MUSSOLINI E ALL'8 SETTEMBRE 215
Fleischhauer se non altro confermano la consistenza di quell' "interludio
diplomatico", come pure confermano l'interesse, che Hitler non poteva
ignorare, manifestato da Ribbentrop di raccogliere il segnale proveniente
da Mosca e di concentrare lo sforzo bellico contro i nemici occidentali.
Insomma anche Ribbentrop manifestava sempre più apertamente l'inten-
zione di dare una lezione memorabile alla Gran Bretagna, di cui era un
nemico dichiarato. Erano esattamente le tesi sostenute da Mussolini. Al-
meno dal 1942, come abbiamo già detto, il «duce», sosteneva che la guer-
ra all'Est stava facendo il gioco degli anglosassoni e che occorreva chiuderla
in qualche modo. Una pace separata con la Russia era auspicata anche
da tutti quei circoli tedeschi visitati da Alberto Pirelli nel corso del suo
2
viaggio in Germania nell'autunno del 1942.< 0 Nel giro di pochi mesi
quella tesi si era fatta strada, penetrando nei santuari della politica nazi-
sta, e cominciava a produrre qualche risultato. Secondo una testimonian-
za, che ha bisogno - questa sì, tanto pare incredibile - di ulteriori
riscontri, Mussolini avrebbe richiesto il coinvolgimento italiano nei son-
daggi di pace tedesco-sovietici. In una pagina del diario di Carlo Alberto
Biggini, ministro dell'Educazione Nazionale della Repubblica di Salò, si
legge, infatti, che al convegno tra Mussolini e Hitler a Feltre, "avrebbe do-
vuto partecipare anche Molotov, se la Germania non si fosse posta su una posizione
negativa e di cui il Duce senza accennare a questo fatto, riferì in Gran Consi-
glio" .< 22 l Come sappiamo l'incontro di Feltre avvenne il 19 luglio, quan-
do l'offensiva estiva tedesca contro il saliente di Kursk, scattata 14 giorni
prima, aveva chiuso l' «interludio diplomatico»; e il 26 luglio, esattamente
sette giorni dopo il convegno di Feltre, Mussolini non sarebbe stato più
a Capo del Governo.
Certo, sarebbe assai gratificante per lo storico arrivare a conseguire
la prova documentale della vera portata e consistenza dei contatti su espo-
sti. Tuttavia, in attesa che tanto gli archivi quanto il tempo ne svelino il
contenuto, niente impedisce che si possa ragionare con cautela in via d'i-
potesi. E ritorniamo con ciò all'assunto iniziale.
Il nostro schema interpretativo presuppone che i sovietici abbiano
ricondotto l'interesse tedesco alla ripresa dell' "interludio diplomatico",
(21) A. Pirelli, Taccuini, 1922-1943, Bologna, Il Mulino, 1984, p. 367-368.
(22) Questa clamorosa notizia è contenuta in una pagina del diario inedito di Biggini,
alla data del 18 febbraio 1945, pubblicata in fotoco12ia dal settimanale Gente nella
puntata delle sue memorie del21luglio 1982, p. 58. E probabile che Biggini avesse
raccolto quella notizia nel corso di un colloquio con il <<duce».
I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd 215 03/03/16 16:54

