Page 220 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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L'URSS  DI  FRONTE  ALLA  CADUTA  DI  MUSSOLINI  E  ALL'S  SETTEMBRE   219

               coalizione, così come le critiche rivolte all' AMGOT di mantenere in piedi
               il vecchio apparato del potere fascista.<3t) L'ufficiosa  Vojna  i  Rabocij Klass
               nel corso dell'estate rincarò la dose degli attacchi contro il governo Bado-
               glio e la cricca degli elementi reazionari (vecchi pescecani, marmaglia fa-
               scista, il linguaggio è tutto di Rumjancev) che egli via via andava associando.
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               Soprattutto cercava di smascherare "l'aureola di governo antifascista" ,0 >
               che Badoglio voleva accreditare di fronte agli alleati. Perciò si  elencarono
               con puntiglio tutte le efferatezze compiute da Badoglio in nome del fasci-
               smo e tutte le  benemerenze da lui ricevute in compenso dal fascismo.  "Il
               maresciallo Badoglio -  si precisò -  sebbene si sia parlato di lui in Italia
               come di un nemico di Mussolini, usò l'iprite contro la popolazione civile
               dell'Abissinia  e  fu  un  esponente  assai  in  vista  della  Commissione  itala-
               tedesca per l' «armistizio»; nel  1940 voleva stracciare la Francia a vantag-
               gio  dell'Italia  fascista".<33)
                   Si  trattava di un'implicita accusa di fascismo.  Accusa che diventava
               esplicita dal momento che si mettevano in guardia gli anglo-americani dal
               concedere ad un uomo come Badoglio e al suo governo spazi di manovra,
               "più ampi di quelli che Mussolini aveva a disposizione" , per intrigare e
               manovrare nell'arena  internazionale.  Insomma,  l'ufficiosa  Vojna  i  Rabocij
               Klass  sospettava  l'esistenza  di  manovre occulte  tra  Badoglio  e gli  anglo-
               americani in funzione antisovietica. E cercava di bloccarle sul nascere. Que-
               sto  sospetto si  ritrova in un passaggio dell'articolo, esplicitato attraverso
               il  classico  uso  che  i  sovietici  hanno  fatto  della  citazione.  Nel tacciare di
               fascismo il governo Badoglio, l'articolista citava, appunto, l'affermazione
               di uno dei ministri badogliani, il quale avrebbe affermato. Cito testualmente:
                    "L'Italia continuerà  la guerra sul territorio  italiano per salvare la cultura
                    europea  dal pericolo  comune  del  bolscevismo". (34)

                    Era  come  sostenere  che  il  governo  Badoglio,  oltre  che  fascista,  era
               anche antisovietico. I sovietici furono sostanzialmente informati circa i ne-
               goziati  tra  il  governo  Badoglio  e gli  alleati,  dai  quali  furono  altrettanto
               sostanzialmente esclusi. Tale loro esclusione, che seguiva all'altra decisio-
               ne presa senza il loro consenso, ossia lo sbarco in Sicilia, riaccese in Stalin


               (31)  L.  Volynskij,  "AMGOT",  in  Vojna  i  Rabo'éij Klass,  1943,  n.  7,  p.  27 .
               (32)  K.  Rumjancev,  Krulenie ... ,  cit., p.  8.
               (33)  Ibidem,  p.  12.
               (34)  K.  Rumjancev,  Sobytija ... ,  cit.,  p.  23.









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