Page 225 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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224 GIORGIO PETRACCHI
Nessuno meglio di Gramsci ha tradotto questo concetto nella filoso-
fia della prassi, là dove egli afferma che la Russia sovietica, a differenza
della Russia zarista, poteva influire non solo sulla politica imperiale bri-
tannica, ma anche e soprattutto sulla sua politica interna. Ancora più fa-
cile sarebbe stato influire nella politica dell' «Italia prostrata» del dopoguerra.
La ricerca di una influenza autonoma in Italia poteva passare e con-
solidarsi per l'URSS solo attraverso un cambiamento degli equilibri di classe.
Uno strano (in quanto innaturale, adulterino) connubio ha associato
la Gran Bretagna e l'URSS nella politica punitiva praticata verso l'Italia.
La Gran Bretagna condivideva con l'URSS l'interesse di Stato nel voler
distruggere alle radici la potenza italiana, ma l'interesse dell'URSS era du-
plice: essa aveva un interesse di Stato a smantellare le strutture della po-
tenza italiana e un interesse ideologico ad alterare il sistema tradizionale
di potere in Italia.
La diplomazia sovietica aprì la breccia al partito comunista il quale
doveva essere lo strumento - non necessariamente passivo - dello svi-
luppo di questa strategia.
Preliminarmente, però, si deve tentare di dare una risposta ad un
altro quesito: dove e in quale momento avvenne il primo contatto tra la
diplomazia italiana e quella sovietica? La storiografia italiana ritiene, in
modo quasi unanime, che esso sia avvenuto in occasione dei colloqui
Prunas-Vycinskij 1'8 e il 10 gennaio 1944, rispettivamente a Napoli e a
Salerno. Personalmente propendo a ritenere che il primo contatto sia av-
venuto, invece, ad Algeri, tra Alexandr Bogomolov e Renato Prunas, alla
fine di ottobre del 1943. Raimondo Luraghi aveva raccolto da alcuni pro-
tagonisti delle vicende del tempo, dal maresciallo Badoglio in particolare,
intervistato nella sua casa di Grazzano, la notizia di questo incontro avve-
nuto ad Algeri tra il diplomatico italiano e il rappresentante sovietico. Pru-
nas, ex ambasciatore a Lisbona, era passato dalla capitale algerina alla fine
d'ottobre del 1943 nel suo viaggio di trasferimento a Brindisi, iv i chiama-
to ad assumere la carica di segretario generale agli Esteri. E qui egli avreb-
be incontrato Bogomolov, il quale era stato accreditato finalmente presso
il Comitato Francese di Liberazione Nazionale. In quel colloquio infor-
male (potrei azzardare che si tenne presso l'Hotel Miletti, il più chic di
Algeri) <39) fu probabilmente anche accennato alle procedure di rimpatrio
(39) Traggo questo spunto, insieme ad altre notizie sulla situazione politica ad Algeri,
dal capitolo "Un russe a Alger" del libro veramente ricco di sfumature e di testimo-
nianze di un grande inviato speciale dell'epoca, E. Stevens, Il n'y a pas d'énigme russe,
trad. frane., Paris, Nagel, 1946, p. 27.
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