Page 223 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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222 GIORGIO PETRACCHI
Per uscire da questa situazione il governo sovietico ricercò una via
autonoma di influenza nella penisola italiana (è mia convinzione persona-
le che Stalin l'avrebbe cercata in ogni caso, qualunque fosse stato il grado
e il livello del coinvolgimento diplomatico dell'URSS nella questione
italiana).
Affinché si aprissero all'URSS reali possibilità di inserirsi nella situa-
zione italiana, era in primo luogo necessario che fossero applicate all'Ita-
lia nel modo più rigido le clausole della resa incondizionata. Perciò,
bisognava impedire che il governo Badoglio si accreditasse come espres-
sione dell'ordine e della legalità, e agitando gli spettri dell'anarchia e del
caos, riuscisse a strappare agli anglo-americ~ni la promessa di concedere
all'Italia una sorta di «neutralizzazione»; tale status avrebbe annullato il
significato della resa senza condizioni. La stampa sovietica si applicò, ap-
punto, a smascherare quella rappresentazione di rispettabilità che il go-
verno badogliano tentava dare di sé: una «favola», appunto, come fu de-
finita, costruita da Badoglio ad arte, per recuperare diplomaticamente tutto
ciò che l'Italia aveva perso militarmente. Da qui le bordate rivolte a Ba-
doglio di essere un reazionario, di mantenere un regime sostanzialmente
fascista, di rappresentare in sostanza esso stesso una minaccia per l' ordi-
ne e la legalità democratica, ovvero per l' instaurazione di quelle condizio-
ni per le quali questa guerra veniva combattuta.
Nel tentativo di mantenere l'Italia sotto le condizioni armistiziali più
rigide, i sovietici poterono contare in pieno sull'appoggio britannico. L'im-
posizione delle clausole del «lungo armistizio», le «condizioni esaurienti»
nella terminologia sovietica, (e la loro applicazione sistematica) costituiva
la garanzia diplomatica per impedire che si creassero in Italia le condizio-
ni di una politica compromissoria, di tipo Darleanista.
Tecnicamente parlando, è pur vero che i sovietici conobbero i termini
del «lungo armistizio» prima di quelli del «corto armistizio» (le «condizio-
ni sommarie» nella terminologia sovietica). Il documento delle «condizio-
ni esaurienti», come abbiamo anticipato, fu comunicato da Eden a Sobolev
il 30 luglio 1943. 113 agosto l'ambasciatore britannico a Mosca, A. C. Kerr,
fece conoscere a Molotov le cosidette <<condizioni sommarie» della resa ita-
liana. Il messaggio che Roosevelt e Churchill indirizzarono a Stalin da Que-
bec, datato 19 agosto, faceva riferimento alle «condizioni sommarie>> da
sottoporre all'Italia, contenenti 11 articoli, riguardanti prevalentemente
le questioni militari. Queste condizioni furono inviate anche al generale
Eisenhower. Il 2 7 agosto, a conclusione della conferenza di Quebec, gli
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