Page 222 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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L'URSS DI  FRONTE  ALLA  CADUTA  DI  MUSSOLI NI  E  ALL'8  SETTEMBRE   221

               Giraud. Il  22  febbraio  del  1943, infatti,  erano stati liberati  26 deputati
               comunisti internati da Daladier ancora nel  19 39 nella  Mai so n  Carrée di
               Algeri. Il partito comunista francese allargò la breccia aperta dalla diplo-
               mazia sovietica ed in pochi mesi preparò la  «svolta partecipazionista» al
               «Comité Français». Nel marzo del  1944, accogliendo i reiterati inviti del
               gen. De Gaulle, due suoi esponenti, Francois Billoux e Fernand Grenier,
               furono  nominati  commissari  del  CFLN.
                    La  politica sovietica verso il  <<Comité  Français» di  Algeri costituisce
               il precedente, la prova generale, di quella che il governo sovietico e il par-
               tito comunista avrebbero giocato nella Penisola italiana. Solo che in Italia
               il terreno d'espansione si presentò assai più fertile, nonostante la presenza
               anglo-americana;  per inciso,  Badoglio  non era De Gaulle e Togliatti non
               era  Thorez.

                    Abbiamo già detto che i sovietici, contrariamente a quanto si  sareb-
               bero aspettati,  furono  in sostanza tagliati  fuori  dai  negoziati sulle condi-
               zioni  armistiziali  imposte all'Italia  (i  dettagli  di  esse  sono  noti  e  vi  farò
               riferimento solo all'occorrenza). Le decisioni più importanti furono prese
               alle  spalle  dell'URSS,  che  fu  informata solo  a  cose  fatte,  oppure a  scopo
               strumentale, con l'intento di guadagnarne l'appoggio preventivo: il  30 lu-
               glio, per esempio, il Ministro degli Esteri britannico, sir Antony Eden, co-
               municò all'incaricato d'affari sovietico a Londra, A.A. Sobolev, la redazione
               provvisoria  di  quello  che  doveva  diventare  il  <<lungo  armistizio»,  nono-
                                                                    6
               stante l'opinione contraria  del  Dipartimento di  Stato. <3 > Il governo  bri-
               tannico avrebbe usato ancora l'URSS come ago dello schieramento alleato
               per piegare l'opposizione della Casa Bianca (come quando si trattò di ag-
               girare la resistenza del generale Eisenhower), contrario, dopo la firma del
               <<breve armistizio»,  ad  imporre agli  italiani  anche le  clausole  del  <<lungo
               armistizio»,  senza  almeno  alleggerirne  i  termini.
                    Stalin,  tuttavia, aveva  ragione  nel lamentare che Stati Uniti e Gran
               Bretagna trattarono la cosa tra di loro, mostrando di considerare l'URSS
               "come terza osservatrice passiva" .0 > Questa disinvoltura confermò i so-
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               vietici  nell'idea di  non essere realmente associati agli  affari  italiani e che
              ·gli  anglo-americani  stessero  preparando nella  penisola  italiana  "qualche
               sorpresa"  a  loro  insaputa.


               (36)  Cfr.  B.  Arcidiacono,  op.  cit.,  p.  32 5,  pur  con  l'avvertenza  riduttiva  dell'Aurore.
               (37)  Stalin a  Roosevelt e Churchill,  22  agosto  1943,  in Corrispondenza ... , op.cit., vol.  II,
                   p. 83.









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