Page 217 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 217
216 GIORGIO PETRACCHI
come anche dovuto alle pressioni del «duce». La disposizione mussolinia-
na, favorevole ad una soluzione di compromesso sul fronte orientale, po-
teva essere arrivata ai sovietici attraverso canali diversi e in modi disparati.
In primo luogo tramite il canale bulgaro, attraverso il quale sullo scorcio
del 1941 era passato il primo segnale inviato da Berja al governo tedesco
2
(le ragioni sono quelle suggerite da De Felice; <3l in secondo luogo tramite
il canale turco e, ipotesi ancora più verosimile, attraverso il ponte Mosca-
Berlino costituito dal Giappone. La diplomazia di Tokio parlava sia a Ber-
lino, sia a Mosca (in realtà, il corpo diplomatico era stato trasferito a Kuj-
bysev e fece ritorno nella capitale sovietica nell'agosto del 1943), il
linguaggio realista della necessità di rompere la coalizione antifascista. Ed
è noto che Mussolini contava molto sui buoni uffici del governo giappo-
nese per vincere l'intransigenza tedesca nel privilegiare il fronte orientale.
La mattina del 2 5 luglio, poche ore prima del suo incontro con il Re a
Villa Torlonia, confidò a Shinrokuro Hidaka l'intenzione di reiterare i pro-
pri tentativi per indurre Hitler "ad un componimento con la Russia" .< 24 l
Tuttavia di tutte le supposizioni, quella più probabile è che i sovieti-
ci fossero venuti a conoscenza delle intenzioni di Mussolini tramite i loro
canali segreti in Italia. La decisione del «duce» di chiudere la guerra con
la Russia era nota ad una vasta opinione, perché rimanesse ignota ai ne-
mici, in primo luogo ai diretti interessati: i sovietici. Non doveva essere
per essi un caso che l'interesse manifestato da parte tedesca ai sondaggi
di pace avesse coinciso anche con il disimpegno italiano dal fronte russo,
avvenuto dopo il ritiro di ciò che restava dell'VIII Armata, e con i prepa-
rativi dello sbarco alleato in Sicilia. Si può affermare con sicurezza che
a Mosca si fosse da sempre supposto un tentativo dell'Italia di uscire dal
conflitto. "La storia dimostra- aveva commentato l'ufficiosa Vojna iRa-
bocij Klass - che lo sfascio delle coalizioni tedesche - inizia da quello
dei suoi alleati". L'editorialista si richiamava ovviamente al precedente
della prima guerra mondiale, ma arrivando a parlare della coalizione na-
zista, egli sottolineò la "disperata guerra dietro le quinte" in atto fra Italia
e Germania, impegnate ognuna a tentare di rimandare la propria disfat-
ta: la Germania, in particolare, non avrebbe avuto scrupoli a sacrificare
l'Italia per concentrare le proprie forze sul fronte tedesco-sovietico.< 25 l
(23) R. De Felice, op. cit., vol. II, p. 1255 .
(24) Ibidem, p. 1387.
(25) "Narastanie protivorecij v lagere italo-germanskoj koalicii" (Lo sviluppo delle con-
traddizioni nella coalizione italo-germanica), in Vojna i Rabol:ij Klass, 1943, n. 3 p.
5. L'articolo era anonimo.
I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd 216 03/03/16 16:54

