Page 227 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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226 GIORGIO PETRACCHI
Tutto ciò dimostra evidentemente una differenza. Togliatti valutò la
caduta di Mussolini nell'ottica della situazione italiana e ne coglie gli svi-
luppi, la stampa sovietica rilevò principalmente gli aspetti connessi alla
guerra dell'URSS e ai rapporti di forza con gli alleati. Tuttavia, sulla base
della documentazione esistente, è difficile fondare l'esistenza di una pri-
mazia di Togliatti, o la contrapposizione di due politiche antitetiche ri-
guardo all'Italia, l'una concepita dagli analisti sovietici, l'altra dai comunisti
italiani. Anche perché, Togliatti e l'ufficiosa Vojna i Rabocij Klass, se vo-
gliamo assumerla come punto di riferimento opposto all'elaborazione to-
gliattiana, non appaiono fonti omologabili proprio perché si rivolgevano
a due interlocutori diversi e con intenti soprattutto diversi. La lettera di
Togliatti a Dimitrov è un'esposizione ragionata delle sue vedute, gli arti-
coli della Vojna i Rabocij Klass, sono messaggi di forte contenuto ideolo-
gico, consapevolmente indirizzati agli alleati allo scopo di impedire, grazie
all' "intrigo" con Badoglio, l'isolamento dell'URSS nella questione italia-
na. Ma fra il tentativo di impedire l'isolamento dell'URSS e la politica del
partito comunista si raggiunse, come dimostrano gli articoli della stessa
Vojna i Rabocij Klass, un'oggettiva coincidenza. La strategia sovietica di
inserirsi nella ricostruzione dell'Europa post-bellica attraverso la parteci-
pazione dei partiti comunisti ai movimenti nazionali di resistenza e ai go-
verni provvisori prese corpo nell'estate del1943. Il richiamo a Mosca degli
ambasciatori sovietici era stato dettato appunto dalla necessità di consul-
tarsi con essi in merito all'attuazione di questa svolta. E la Conferenza di
Mosca ne decretò il riconoscimento sul piano internazionale.
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