Page 265 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               rallentamento delle incursioni intensificarono i bombardamenti non solo
               sulla Calabria, ove contavano di sbarcare e ove si  erano attestate le  divi-
               sioni tedesche in ritirata, ma su tutta la penisola: l'offensiva aerea contro
               l'Italia  continuava più violenta  che  mai  perché  " .. .le  truppe di  Eisenho-
               wer" si  trovavano  "a dover disimpegnare un compito tra i più tremendi
                                       2
               che la storia ricordi ... ": <5 )  gli anglo-americani erano ben consapevoli che
               in  quei giorni  si  era iniziato  il  lungo  percorso  che  avrebbe  portato,  con
               enormi  difficoltà,  alla  fine  del  conflitto.
                    E nel luglio  del  1943  avvenne quello  che si  temeva  ormai da molte
               parti, o si auspicava, forse inconsciamente, da parte di quell'Italia che era
               sotto le bombe fin dall'inizio del conflitto, pur temendone le conseguenze:
               il primo bombardamento di Roma. Oltre a quello di luglio, ve ne sarebbe-
               ro stati altri due nel  1943, uno il  13  agosto e uno il  16 settembre, questo
               particolarmente diretto contro una colonna di tedeschi.<53)  Quel 19 luglio,
               quando le  prime bombe caddero sul  nodo ferroviario  di  San Lorenzo,  il
               Duce era a  Feltre per un incontro  con  Hitler e mentre stava  ascoltando
               un inarrestabile monologo  del  Fiihrer,  ebbe  notizia  del  bombardamento
                                                                                  4
               della  capitale:  tornò a Roma,  come riferiscono le  cronache dell'epoca.<5 >
               pilotando personalmente il  suo aereo e dall'alto vide le  colonne di  fumo
               e  polvere  che  si  levavano  da  alcuni  quartieri  romani.
                    La  situazione rispetto all'eventualità di attacchi aerei  nemici su Ro-
               ma era radicalmente cambiata, in breve tempo da quando Giuseppe Bot-
               tai  il  25  dicembre  1942  aveva  rimarcato  nel  suo  Diario  una  frase  del
               Cardinale  Pizzardo:  "abbiamo  ragione  di  sperare  che  Roma  sarà  salva-
                   55
               ta" < > e Galeazzo  Ciano aveva  scritto  nel suo Diario  alla  data del  2 gen-
               naio 1943: "Pietromarchi ha avuto un lungo colloquio con il Papa. Senza
               assumere impegni,  il  Santo  Padre ha  detto  che  crede ormai  scongiurato



               (52)  ACS,  SPD,  CR,  b.  339,  f.  378,  bollettino  198  dell'll-7-1943.
               (53)  Per i bombardamenti su Roma, cfr.  l'ultimo volume pubblicato, in ordine di tem-
                   po, sull'argomento: C.  De Simone,  Venti angeli sopra  Roma- I bombardamenti aerei
                   sulla città Eterna- 19luglio e 13 agosto  1943, Milano,  1993, che riporta anche una
                   approfondita bibliografia, alla quale si  rimanda per ulteriori letture. Si veda anche
                   di  G.  Bonacina,  Comando  bombardieri.  Operazione  Europa,  Milano,  1977,  vol.  II,  p.
                    19-54,  in  particolare alla  p.  22  e sg.;  di  P.  Monelli,  Roma  1943,  Milano,  1963  e
                   di M. Innocenti, L 'Italia del 1943. Come eravamo nell'anno in cui crollò il fascismo,  Mila-
                   no,  1993,  p.  41  e  sg.
               (54)  Cfr.  Corriere  della  Sera,  La  Stampa  e  Il Messaggero  del  20  e  21-7-1943.
               (55)  G.  Bottai,  Diario,  cit.,  p.  348.









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