Page 361 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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                della politica italiana di Londra nel  1943-1946 è del tutto fuori luogo. <7>
                Churchill, Eden e Macmillan (ovvero i massimi responsabili della politica
                britannica in Italia) concordavano che alla monarchia italiana si  dovesse
                guardare "al di fuori di solidarietà conservatrici e di considerazioni ideo-
                                                                                  28
                logiche,  con  freddo  e  realistico  opportunismo:  era  utile  servirsene". < >
                     Semmai, prima del 2 5 luglio, il Foreign  Office mostrò di preferire, co-
                me partner per un negoziato di pace, le  Forze Armate (prestando partico-
                lare attenzione a  Badoglio) alla  monarchia,  ed anche  successivamente il
                maresciallo  fu  considerato  il garante delle  clausole  dell'armistizio  molto
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                più del Re.<9l  Da tale  preferenza  traspariva la  propensione ad ottenere
                i vantaggi militari della capitolazione e della cobelligeranza dell'Italia sen-
                za  riconoscerle  alcun vantaggio politico,  separando le  Forze Armate dal
                loro  capo  costituzionale,  il Re,  tutore del loro  prestigio.


                Il regime  armistiziale e  la cobelligeranza

                     L'opportunismo anglo-americano apparve chiaro fin dalle prime rea-
                zioni di Churchill e Roosevelt alla caduta del fascismo. Il Premier britanni-
                co  si  disse pronto a trattare "con qualsiasi governo italiano non fascista
                che fosse  in grado di consegnare la merce"; ciò non portava però "auto-
                maticamente a  permettere a  tale gruppo di costituirsi come governo del
                paese" _oo>  Non dissimile la posizione del presidente americano. Rilascia-
                ta una roboante dichiarazione in cui si  ribadiva il principio della resa in-
                condizionata per tacitare i liberals pronti a protestare contro un nuovo caso
                Darlan ("gli attaccabrighe che si  stanno preparando a sollevare proteste
                se diamo l'impressione di riconoscere la casa di Savoia o Badoglio. Sono
                gli stessi  elementi che fecero  un grosso scalpore per il Nord Africa",  se-
                condo le espressioni di Roosevelt), il presidente telegrafo a Churchill il 30


                (27)  Come ritengo sia dimostrato in M. De Leonardis,  "La Gran Bretagna e la monar-
                    chia italiana (1943-1946)", in Storia contemporanea,  a.  XII,  n.  l, febbraio  1981, p.
                    57-134.  A  più  riprese  Eden  insistette  sulla  necessità  di  una politica  "puramente
                    opporrunistica"  verso  Casa  Savoia  (cfr.  Edelman,  op.  cit.,  p.  20 e  80-81).
                (28)  De Leonardis,  La Gran  Bretagna  e la  monarchia ... ,  cit.,  p.  64.
                (29)  Ibi,  p. 64, n. 26 (riprendendo A. Varsori, "ltaly, Britain and the Problem of a Sepa-
                    rate  Peace  during the  Second  World War:  1940-1943",  in  The]ournal of ltalian
                    History,  Winter  1978,  p.  490),  e  72.
                (30)  Messaggi di Churchill a  Roosevelt,  26-7-43,  e a  Macmi//an,  25-7-43,  cit.,  in De Leo-
                    nardis,  La  Gran  Bretagna  e la  monarchia ... ,  cit.,  p.  64 e  65.









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