Page 364 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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REALTÀ INTERNAZIONALE DEL REGNO DEL SUD 363
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notevole ambiguità, come riconosciuto dagli stessi Macmillan, Murphy,< 0
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Alexander e Eisenhower.< 42 > "In realtà - ha scritto Mazzetti <3> - la con-
vergenza di interessi tra l'italia e gli anglo-americani era quantomeno dub-
bia. Per la grande maggioranza dei dirigenti britannici la liquidazione
dell'Italia dal novero delle grandi potenze era un obiettivo di primaria im-
portanza e ... perfettamente conciliabile con le operazioni alleate. Per gli
americani quello italiano non era che un teatro di guerra secondario che
non doveva assorbire molte forze né richiedere un particolare impegno.
L'unico che poteva vedere una reale convergenza di interessi, Churchill,
o non comprese che ... l'apporto delle Forze Armate italiane era indispen-
sabile, o non riuscì ad imporsi ai suoi collaboratori. Non deve quindi sor-
prendere se ... Eisenhower ed i suoi consiglieri scelsero la via di ingannare
sistematicamente gli italiani temendo che essi si sarebbero rifiutati di sot-
toscrivere l'armistizio se avessero conosciuto quali erano i reali intendi-
menti degli alleati e di quanto modesti mezzi essi disponessero in realtà".
Il 13 settembre giunse a Taranto la missione militare alleata incari-
cata di prendere contatto con il governo Badoglio. Macmillan, che ne fa-
ceva parte, scrisse nel suo diario di non possedere "proprio nessun
orientamento circa la linea che il governo di Sua Maestà e quello america-
no intendono seguire nei riguardi del governo italiano". Badoglio pose
"in termini chiarissimi" "il problema principale che gli alleati debbono
affrontare", quello dello "status che si deve riconoscere a questo governo
e all'Italia come nazione", e chiese la qualifica di alleato. Macmillan esco-
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gitò il termine di "co-belligerante". < > Il generale Eisenhower fece propria
la proposta di Macmillan, condivisa dall'americano Murphy, sottolinean-
do i "colossali" vantaggi militari già ottenuti con l'armistizio e i benefici
(41) Macmillan parlò del "più grande bluff che si sia mai veduto nella storia!" e di clau-
sole dell'armistizio che "ci hanno fatto mettere le mani su una flotta in cambio di
nulla" (ibi, p. 311 e 445). Murphy ha scritto che "Naturalmente gli alleati non ave-
vano alcuna intenzione di confidare (agli italiani) che non disponevano delle forze
sufficienti per invadere l'Italia settentrionale" (R. Murphy, Un diplomatico in prima
linea. Da Monaco alla vigilia della nuova frontiera, tr. it., Milano, 1967, p. 280.
(42) Entrambi parlarono di "bluff", ed Eisenhower anche di "sporco affare" (cfr. A.
N . Garland- H. M. Smyth, The Mediterranean Theater of Operations: Sicily and the Sur-
render of Italy, Washington, 1965, p. 541; H. R. L. Alexander, "The Allied Armies
in ltaly from 3rd September 1943 to 12th December 1944", supplemento a The
London Gazette, 28-4-50, p. 2890; H. C. Butcher, Tre anni con Eisenhower, tr. it., Mi-
lano, 1948, p. 398.
(43) L'armistizio con l'Italia .. . , cit., p. 130-31.
(44) Macmillan, Diari .. , cit., p. 315, 325-26.
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