Page 367 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               nasciamo  quale  sarebbe l'effetto  sull'Esercito  italiano  e,  ancora  più  im-
                                     52
               portante,  sulla  flotta". < > Già  nel  suo  lungo  rapporto  del  18  settembre
               precedentemente citato, Eisenhower aveva osservato che una eventuale ab-
               dicazione dei Re andava attentamente ponderata, "poiché potrebbe rive-
               larsi più popolare all'estero che presso il popolo italiano". Anche il generale
               MacFarlane, pur ostile al Sovrano, aveva dovuto ammettere che "il Re d'I-
               talia e i membri della Famiglia Reale e il maresciallo Badoglio stanno fa-
               cendo  una gran  quantità di  bene girando  il  paese  e vedendo gente". (53)
                    Churchill sottolineò quindi a Roosevelt le pericolose ripercussioni di
               una forzata abdicazione dei Re sulla fedeltà delle Forze Armate e delle rap-
               presentanze  diplomatiche e  sul morale  del  popolo  italiano.< 54 > Roosevelt
               si  adeguò a tali valutazioni, pur manifestando riserve ai suoi collaborato-
               ri:  "I britannici sono decisamente monarchici e vogliono mantenere i  re
               sui loro troni. Essi hanno una mentalità monarchica ... Noi vorremmo ve-
               dere il Re andarsene".  (55)  Peraltro il repubblicanesimo del presidente ame-
               ricano non era assoluto.  Egli  era disposto in Italia a veder salire al trono
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               il giovane Principe di Napoli <6>  mentre in Iugoslavia e in Grecia sosten-
               ne a fondo Pietro II (di fatto abbandonato dai britannici a favore di Tito)
               e Giorgio II.  Nel dicembre  1944 Roosevelt accusò  addirittura Churchill
               di voler "privare il Re (di Grecia) della sua corona" e parlando con l' am-
               basciatore americano ad Atene espresse l'opinione che "un piccolo ango-
               lo nel Mediterraneo come la Grecia migliora la sua reputazione se ha una
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               monarchia costituzionale".<5 > Va quindi ripetuto che vedere le  divergen-
               ze  tra britannici ed americani sotto l'ottica esclusiva  di  un contrasto tra
               conservatori  e  progressisti  sarebbe  del  tutto  fuorviante.


               (52)  Macmillan  al Foreign  Office per il primo  ministro,  3-11·43,  Public  Record Office  Londra
                   (PRO), Avon Papers (FO 954), 13 B; cfr. Macmillan, Diari ... , cit., p. 396, 409, 447.
               (53)  Ottobre 1943, PRO, Military Head Quarters Papers- Allied Forces  Head Quarters (WO
                   204), 9733.  The  Times  scrisse il  9 ottobre:  "Il Re  suscita un grande lealismo verso
                   la  sua persona dalle truppe e dalla popolazione contadina. Egli  ha  ricevuto dimo·
                   strazioni d'affetto nelle città e nei villaggi dell'Italia Meridionale, e dalle truppe presso
                   la  zona  di  combattimento,  dove  si  è mostrato  di  sua  iniziativa"  (cit.  in  Mazzetti,
                   L'Italia e gli alleati ... , cit., p.  146). Miller (op.cit.,  p.  59), scrive senza citare la fonte,
                   che gli alleati non volevano permettere al "Re Vittorio Emanuele di visitare le  zone
                   occupate per timore di violente proteste", ma tale divieto sembra più da motivare
                   in base alloro intento di  punire ed  umiliare la  monarchia (cfr.  De Leonardis,  La
                   Gran  Bretagna  e la  monarchia ... , cit.,  p.  82·84).
               (54)  Cfr.  ibi,  p.  76-77.
               (55)  Cfr.  Edelman, op.  cit.,  p.  99.
               (56)  Ibi,  p.  129.
               (57)  Cfr. L. Witrner, American Intervention in  Greece,  1943-1949, New York,  1982, p.  12.








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