Page 365 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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del proseguimento della collaborazione con le Forze Armate italiane. Pe-
raltro essa era in contrasto con la lettera dell'armistizio, che prevedeva
il disarmo e lo scioglimento delle Forze Armate dell'Italia. In base all'utili-
tà militare, il comandante in capo raccomandò fortemente di "accettare
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e rafforzare il governo legittimo dell'Italia sotto il Re e Badoglio" .< >
Lo status di cobelligerante apparve appropriato sia a Londra che a
Washington: "Utili servigi contro il nemico- scrisse il Premier britanni-
co a Roosevelt - saranno da noi riconosciuti emendando e applicando
i termini dell'armistizio". La formula di Churchill "pagamento in base
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ai risultati" < > era brutalmente chiara e, per il suo sapore commerciale,
potrebbe essere. vista come una conferma del giudizio di Napoleone sulla
Gran Bretagna nazione di bottegai. Per di più, per restare alla metafora
commerciale, si potrebbe dire che il negoziante britannico ed il suo socio
americano rubavano sul peso. Infatti, come è ben noto, gli alleati, mentre
a parole invitavano gli italiani a combattere per "pagarsi il biglietto di
ritorno", di fatto cercavano di ridurre al minimo il valore del loro contri-
buto. Così ostacolarono in ogni modo la costituzione di reparti combat-
tenti, preferendo sfruttare uomini e risorse italiani nelle retrovie, come
manovalanza e nei servizi, sottraendo addirittura armi e materiali agli ita-
liani per consegnarli ai partigiani di Tito. Tale atteggiamento fu chiaro
fin dall'inizio. Se il 22 settembre Roosevelt e Churchill ordinarono ad Ei-
senhower di "incoraggiare, in tutti i modi possibili, l'uso vigoroso, sotto
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la vostra direzione, delle Forze Armate italiane contro la Germania", < >
lo stesso giorno il generale britannico MacFarlane, capo della missione mi-
litare alleata, comunicò che il LI Corpo d'Armata italiano, impegnato nei
giorni precedenti in alcuni combattimenti, avrebbe dovuto cedere i suoi
automezzi agli alleati e in futuro sarebbe stato impiegato solo nelle retro-
vie.<4S> A capo nella dichiarazione tripartita di riconoscimento della co-
belligeranza italiana Gran Bretagna, Stati Uniti e URSS si preoccuparono
di sottolineare che essa non poteva di per sé stessa "influire sulle clausole
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recentemente firmate". <9> Tra l'altro, riconoscendo all'Italia lo status di
(45) "Eisenhower al War Department", 18-9-43, cit., e 20-9-43, in FRVS, vol. cit., p.
370-71.
(46) Churchill a Roosevelt, 21-9-43, ibi, p. 372-73; cfr. Woodward, op. cit., p. 503-5.
(47) Ibi, p. 374.
(48) Cfr. S. Loi, I rapporti fra alleati e italiani nella cobelligeranza. MMIA-SMRE, Roma,
1986, p. 25. Questo volume costituisce uno degli esempi più recenti e completi
della vasta storiografia sull'argomento.
(49) Woodward, op. cit., p. 505.
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